VALLALAR

E LA LUCE-DI-GRAZIA

a cura della redazione del sito arianuova.org


Ramalingam, detto Vallalar (“colui che dona gratuitamente”), fu un personaggio speciale. La sua vita si svolse nel XIX secolo nel Tamil Nadu, India del Sud. Considerato come un grande “siddha”, al pari di altri singolari personaggi vissuti in precedenza proprio in questa regione spiritualmente fertilissima, Ramalingam spinse alle estreme conseguenze la ricerca dei siddha rivolta all’immortalità e alla trasformazione fisica, proclamando che esse erano possibili con la discesa della “Luce della Grazia”.
Tuttavia nel suo insegnamento Ramalingam si staccò dalla tradizione, e sono significativi in tal senso sia l’importanza attribuita alla “Suprema Compassione” (Tanip Perum Karunai) sia il fatto che il tempio, anzi, più propriamente la “sala di riunione” da lui fatta costruire a Vadalur (non lontano da Pondicherry) non contiene alcuna immagine di divinità, ma solo una fiamma, che rappresenta il Supremo come “Vasta Luce della Grazia” (Arut Perum Jothi), riflessa e celata per noi nel profondo dell’anima. Nel tempio infatti la fiamma è simbolicamente nascosta da 7 veli (nero, blu, verde, rosso, oro, bianco e iridato), che vengono rimossi solo una volta all’anno, in occasione di una particolare festività.
La singolarità della visione di Ramalingam, l’aspetto anticipatore di certe tematiche sulla trasformazione fisica, non mancò di colpire l’attenzione di alcuni personaggi vicini a Sri Aurobindo, come Thulasiram, autore di un voluminoso trattato di comparazione fra Ramalingam e Sri Aurobindo. Alcune osservazioni di Mère si trovano nell’Agenda di Mère, XI volume, alla data 11 luglio 1970.
L’influenza di Ramalingam è piuttosto viva nel Tamil Nadu. Ancora oggi una speciale cucina da lui fondata 150 anni fa fornisce ogni giorno il cibo a centinaia di persone bisognose, come espressione della compassione.
Ramalingam, come è tipico della tradizione dei siddha (si veda il libro The Poets of Power di Zvelebil), scrisse migliaia di versi (in lingua tamil) con il resoconto delle sue scoperte spirituali. Per molte di queste composizioni — come del resto per molto altro materiale dei siddha del Tamil — mancano ancora traduzioni complete e adeguate in inglese o in altre lingue occidentali. Da segnalare l’edizione pubblicata dal dottor Mahalingam, risalente al 1989, del suo più vasto poema, Jyothi Agaval (“Vasta Luce di Grazia”), contenente l’originale tamil, la traslitterazione in caratteri romani e la traduzione integrale in inglese a cura di Swami Saravanananda.
Nel sito ufficiale www.vallar.org è possibile trovare e scaricare gratuitamente ampio materiale scritto e audio in lingua inglese (e tamil, per chi lo conosce).
Nella sezione “Thiruarupta Resources” è inoltre accessibile materiale in lingua francese curato da Dhayanethi Mesrobian, un ricercatore francese.
Le traduzioni in lingua francese dei testi di Ramalingam curate da Dhayanethi sono state possibili grazie alla collaborazione con Arul Thirugnana, un devoto di Ramalingam di lingua madre tamil, dottore in sanscrito e padrone della lingua inglese. La traduzione cerca di unire al rigore dell’esperto la necessaria interpretazione non letterale dei versi, spesso assai enigmatici, di Ramalingam.
In lingua italiana è possibile scaricare i 1576 distici del Jothi Agaval. La traduzione in italiano è stata curata da Sandro Armand Hugon dal francese, in stretta collaborazione con lo stesso Dhayanethi. Nel quinto e ultimo canto (versi 1449-1472) è possibile leggere la descrizione di Ramalingam sulle trasformazioni fisiche prodotte dalla “Luce-di-Grazia”. Si tratta dei versi che Satprem lesse a Mère e che sono riportati nell’Agenda. Li riproponiamo qui, inserendo il testo originale tamil traslitterato e offrendo una traduzione più fedele:

Thol elam kuzhainthidach chuzh narambu anaitthum
Mel elam kattu avai vittu iyangida

Soffice e morbida è diventata la mia pelle,
l’intera corrente nervosa ha mollato la sua morsa e pulsa in modo intermittente;

Enbu elam nekku iyal idai nekizhnthida
Men pudaith thasai elam mei urath thalarnthida

Tutte le ossa sono diventate flessibili e duttili;
i tendini dei muscoli hanno perso il loro assoggettamento all’organismo fisico;

Iraththam anaitthum ul irukidach chukkilam
Uratthu idai panthitthu oru thiral ayida

Il sangue intero si è condensato all’interno;
il seme si è concentrato in una singola solida sfera nel petto;

Madal elam mulai malarnthida amutham
Udal elam utrtru edutthu odi nirambida

I petali del cervello sono sbocciati, il nettare dell’immortalità
sgorga a fiotti nel corpo, colmandolo interamente;

Onnuthal viyartthida olimukam malarnthida
Thanniya uyirppinil santham thathumbida

La fronte radiosa traspira; il volto riluce e irradia;
il respiro è fresco e saturo di pace;

Ul nakai thotrtrida uromam poditthidak
Kannin nir perukik kal vazhinthu odida

Il sorriso irradia dall’interno; sul capo si drizzano i capelli;
lacrime [di gioia] scorrono lungo il sentiero tracciato;

Vai thuditthu alarida valar sevith thunaikalil
Ku isaip pori elam gum enak kottida

La bocca freme, pronunciando appassionate invocazioni;
le orecchie vibrano di dolci suoni melodiosi;

Mei elam kulirnthida men marbu asainthida
Kai elam kuvinthidak kal elam sulavida

L’intero corpo è diventato fresco; liscio il mio petto si dilata;
le mani si congiungono in saluto, le gambe roteano;

Manam Kaninthu urukida mathi nirainthu olirnthida
Inan peru sittham iyainthu kalitthida

La mente fonde dolcemente, la saggezza inonda e irradia;
la forza-di-volontà armoniosamente gioisce;

Ahankaram angu angu athikarippu adainthida
Sakam kana ullam thazhaitthu malarnthida

Il senso dell’individualità si diffonde dappertutto;
il cuore si espande in modo copioso e può percepire il cosmo intero;

Arivuru anaitthum asantham ayidap
Pori uru anma tharpotham poyida

L’insieme di entità son diventate forme di beatitudine;
la coscienza egoica acuita dai sensi è scomparsa;

Thatthuvam anainthum tham orungu ozhinthida
Satthuvam onre thaintthu ninru ongida.

Tutti i tattva si sono annichiliti;
soltanto la purezza domina ora in modo assoluto.