Quando è necessario intervenire?


Sentiamo spesso dire (forse TROPPO spesso), da parte di quanti amano tenersi costantemente in disparte e non prendere mai una posizione, che il non prendere posizione è sempre la cosa più saggia da farsi.
Ma è proprio così?
Leggiamo cosa Mère disse in proposito, il 30 agosto 1969.


Mère: «Si ha il diritto di non intervenire solo quando si è costantemente — costantemente e intimamente — uniti al Supremo: quando si è il RAPPRESENTANTE della Forza, della Coscienza suprema.
È tutto.
Altrimenti, bisogna intervenire.
E lui [Sri Aurobindo], aveva quel senso d’unità al massimo grado, davvero, ed è con lui che ho imparato a non intervenire.
Negli altri casi, si tratta del gioco delle forze ed È NECESSARIO intervenire».

L’Agenda di Mère (volume 10).

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E, per dare l’idea di quanto sia importante l’intervento e l’apporto personale di ognuno, perfino Mère e Sri Aurobindo intervenivano, in casi eccezionali.

Un esempio significativo riguarda il processo di liberazione dell’India e quella che verrà conosciuta come la “Cripps proposal”.
Si trattò di una proposta che il governo inglese formulò ufficialmente all’India nel 1942 tramite Sir Stafford Cripps. All’epoca l’India era ancora una colonia britannica e Cripps chiese ai politici indiani il loro pieno appoggio contro Hitler, in cambio del riconoscimento di uno stato di ‘dominion’ (cioè a dire, un primo riconoscimento di indipendenza). Tutti i politici indiani rifiutarono la proposta.
Sri Aurobindo scrisse a Cripps (in data 31.3.1942) appoggiandolo totalmente e autorizzandolo a utilizzare ufficialmente tale sostegno (Cripps ringrazierà calorosamente in una lettera del 1.1.1942, dicendosi onorato di un appoggio così autorevole).
Quando la proposta Cripps fallì, a causa del rifiuto di tutti i politici indiani del ‘partito del Congresso’, Sri Aurobindo scrisse che purtroppo aveva avuto un forte sentore che la proposta sarebbe stata malauguratamente rigettata, eppure, per citare le sue parole, «for the play of forces» (“per il gioco delle forze” cui la stessa Mère fa riferimento nella citazione di apertura del presente articolo), il suo appoggio era comunque cosa da farsi.
Oggi, gli storici indiani riconoscono che quel rifiuto fu uno degli errori più clamorosi dei politici dell’epoca e che costò parecchie vite umane!
Vale la pena di ricordare che fra questi politici vi era anche Gandhi, il ‘mahatma’ che, oltre a rifiutare la proposta Cripps, quando seppe della presa di posizione di Sri Aurobindo, disse: «Ma di che s’impiccia quell’uomo? Che continui a occuparsi della sua vita spirituale!». Voilà.

Ma, al di là dell’esempio, ci premeva offrire uno stimolo di riflessione a quanti si mostrano dei ferventi seguaci del non intervento sempre e comunque.

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