LA RICERCA SUBACQUEA

«Nelle profondità marine esiste più storia
in attesa di essere scoperta di quella esistente
in tutti i musei del mondo messi insieme»
Robert Ballard (aprile 2000)

In un arco di tempo che va dai 17.000 ai 7.000 anni fa, cioè a dire alla fine dell’ultima glaciazione, i nostri avi furono gli impotenti testimoni di fenomeni naturali davvero sconvolgenti: grandi masse di ghiaccio si riversarono sulle pianure dell’Europa settentrionale e dell’America del nord formando immensi fiumi che invasero la terra, il livello del mare si innalzò di oltre cento metri, e circa 25 milioni di chilometri quadrati di terra fino allora abitabile vennero sommersi dalle acque. Le antiche leggende di molti popoli (hindu, ebrei, greci, egiziani, babilonesi, cinesi, maya…) ci riportano leggende di un qualche grande diluvio che ora mostra di avere basi storiche attendibili.
L’archeologia sottomarina esiste da appena 50 anni, ovvero dall’introduzione dell’autorespiratore subacqueo. Prima di questa data, solo 500 siti sommersi in tutto il pianeta erano stati esplorati, portando alla luce reperti di oggetti realizzati da mano umana, e di questi appena 100 risalivano a più di 3000 anni fa. La situazione sta cambiando, purtroppo molto lentamente, a causa del fatto che le esplorazioni sottomarine sono molto costose e le sue scoperte hanno un valore unicamente storico-conoscitivo, per cui difficilmente trovano dei finanziamenti. Come se non bastasse, tali scoperte mettono in evidenza il fatto che la storia della civilizzazione umana è tutta da riscrivere, e questo a qualcuno non piace affatto, perché sposterebbe il centro della civiltà in aree non occidentali del mondo — e l’Occidente, lo sappiamo bene, è fiero di illudersi ancora nel credere che la presente civiltà sia una propria creazione.
Ad ogni modo, nel 1997 una catena montuosa lunga circa 2000 chilometri e con altezze che superano i 3000 metri è stata scoperta nel sud dell’Oceano Pacifico — sott’acqua, ovviamente (come peraltro lo è il 70% della crosta terrestre)! Come se non bastasse, sono state rintracciate altre aree sommerse. Un’area più grande degli Stati Uniti d’America ha subito una inondazione alla fine dell’èra glaciale: 3 milioni di chilometri quadrati (all’incirca la superficie dell’India) venne sommersa nella zona presso l’Australia. Un’analoga area di 3 milioni di chilometri quadrati venne sommersa nei pressi dell’Asia sud-orientale. E altre aree ancora sono state individuate, nel Mediterraneo, nel Mar Nero, nell’Oceano Atlantico e altrove. Ne consegue che le conclusioni della moderna archeologia in merito alle origini e ai primi sviluppi della civiltà umana sono da considerarsi tutte quante provvisorie e estremamente approssimative, in attesa di una completa e integrata esplorazione sottomarina.
Un esempio alquanto significativo riguarda la recentissima scoperta, grazie al National Institute of Ocean Technology, di alcuni siti sottomarini nel Golfo di Cambay, in India, ove sono stati ritrovati i resti di alcune città che gli scienziati fanno risalire a un’epoca anteriore i 6000 anni fa, mettendo seriamente in discussione la teoria ortodossa delle origini della civilizzazione. Riportiamo qui un articolo apparso il 20 agosto 2004 su The Times of India che dava notizia della scoperta:

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FRIDAY, AUGUST 20, 2004
THE TIMES OF INDIA
CITIES: AHMEDABAD
Pre-Harappan bricks found in Gulf of Cambay


VADODARAIn an underwater exploration in the Gulf of Cambay, National Institute of Ocean Technology (NIOT) scientists discovered almost 9,500-year-old bricks made of clay and straw. Archaeological experts of the MS University who, too, are involved in a part of the exploration near Surat and the coast of Gulf of Cambay, however, feel that a further insight into the size of the bricks can confirm its age and its period. The bricks, believed to be pre-Harappan, have been identified to be of the Holocene age. In the NIOT surveys in the 17 sq km area, stone artefacts like blade scraper, perforated stones and beads were found. The bricks, according to NIOT scientists, were used for construction. It indicates that the people of that age led an advanced form of life. The artefacts found on the seabed, 20 to 40 ft below the present sea level, consisted of housing material. “It is important to confirm the brick size as people of the pre-Harappan age made bricks in the ratio of 1:2:3. A confirmation on the brick size can add more credence to the discovery,” says head of the archaeology and ancient history department V H Sonawane.

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Il prof. Glenn Milne dell’Università di Durham, ha cercato di ricostruire i mutamenti avvenuti nel corso dei circa 1.000 anni durante i quali sono avvenute le principali inondazioni terrestri, ed è giunto alla conclusione che il Golfo di Cambay si formò tra i 7.700 e i 6.900 anni fa. Questa data combacia con l’ipotesi degli scienziati che le città ritrovate in quell’area risalgano almeno a 10.000 anni fa e che siano state sommerse in un’epoca compresa fra i 10.000 e i 7.000 anni fa.
Le ricerche sottomarine ci obbligheranno a riscrivere i primi capitoli della storia dell’uomo e della civiltà, ampliandoli enormemente e costringendo gli eruditi occidentali a distruggere i vecchi dogmi relativi a una pretesa superiorità delle popolazioni europee.

Agosto 2004