CRISTIANESIMO SENZA CRISTO

a cura della redazione del sito arianuova.org

«I martiri cristiani perirono a migliaia, opponendo
la loro forza interiore alla forza dell’Impero
affinché Cristo vincesse e il cristianesimo si affermasse.
La forza interiore vinse, il cristianesimo prevalse
— ma non il Cristo; la religione vittoriosa
divenne una chiesa militante e dominatrice,
una potenza che si diede a persecuzioni
ben più fanatiche della fede dell’Impero
a cui essa si sostituì. Anche le religioni si organizzano
come potenze di lotta reciproca e combattono fra loro
con accanimento per vivere, crescere e impadronirsi del mondo».
Sri Aurobindo (“Essays on the Gita”)

Extra ecclesia non est salus — “fuori della chiesa non c’è salvezza”.
Extra ecclesia nulla salus — “fuori della chiesa nessuna salvezza”.
È, questo, uno dei dogmi della chiesa cattolica e, a ben vedere, di tutte quante le chiese del mondo. D’altronde, come potrebbe esercitare potere una istituzione religiosa che non consideri la propria dottrina l’unica giusta?

Ammirevoli le parole del monaco buddhista vietnamita Thich Nhat Hanh quando dice che considerare il buddhismo come l’unica via, o la migliore, è un atto di violenza nei confronti di quanti seguono altre vie, oltre che un atto di presunzione. In realtà, sono soprattutto le religioni di stampo semitico (ebraismo, islamismo, cristianismo) che tengono a proclamarsi — ognuna — l’unica depositaria della Verità.

Perciò, chi si stupisce che papa Natzinger etichetti tutto ciò che non è cristianesimo (anzi cattolicesimo) come ‘relativistico’, è un ingenuo. L’unica dottrina che per lui non è soggetta a relativismo è il cristianismo. Quasi un decennio prima di diventare papa, egli rilasciò una intervista a un settimanale francese (Exprés, 1987), nel corso della quale definì il buddhismo «autoerotismo spirituale». I buddhisti avrebbero potuto replicare con analoga superficialità e intolleranza definendo il cristianesimo “masochismo religioso”, ma denigrare l’altrui credo è una caratteristica tipica dei cristiani, non dei buddhisti. È l’inveterato bigottismo ideologico che, con inquietante coerenza, passa dal Gott Mit Uns hitleriano all’extra ecclesia.

L’intera storia della chiesa segue un percorso di intolleranza, fanatismo e vane masturbazioni teologiche. Quando l’episcopato cattolico si organizzò, iniziarono subito le querele dogmatiche, anzitutto per quanto riguarda il carattere reale dell’umanità del Cristo (è il cosiddetto ‘docetismo’). Le controversie, giudicate come eresie o dottrine, piovono come alabarde nel corso dei secoli.
Ovviamente i primi cristiani che vivevano nascosti, quasi sepolti nelle catacombe, non si occupavano di teologia: avevano altri problemi! Ma quando il periodo delle persecuzioni finì, il cristianesimo trionfò e fu il Cristo a essere seppellito sotto una montagna di dispute dottrinarie.
Nel II secolo d.C., Sant’Irene a Lione e Tertulliano a Cartagine difendono l’integrità della Trinità, della redenzione attraverso il Cristo e il Vangelo. Il ‘montanismo’ (da Montan, un asceta) e il ‘marcionismo’ (da Marcion, un ecclesiastico) si appoggiano sulla necessità di preparazione delle anime al Giudizio universale. Origene (cristiano di Alessandria nel III secolo) corona il tentativo degli apologeti venuti prima di lui fondendo il cristianesimo con il pensiero greco (Platone e Plotino). Ma la chiesa condannerà più tardi il cosiddetto ‘origenismo’. Origene, inoltre, pur essendo considerato un ‘padre della chiesa’, non crede nell’inferno eterno e crede invece nella reincarnazione (o metempsicosi), insieme a altri padri della chiesa come Clemente d’Alessandria, Agostino d’Ippona, Girolamo da Stridone. La reincarnazione fu considerata eresia in occasione del Concilio di Costantinopoli, nel 553.
Alcuni contestano l’umanità di Gesù, altri invece ne contestano la divinità. Ario (prete di Alessandria nel IV secolo) si sforza di conciliare queste due tesi opposte: Gesù Cristo non sarebbe sostanzialmente una Ipostasi divina, ma una creatura perfetta divinizzata. È il cosiddetto ‘arianismo’, contro il quale Anastasio d’Alessandria si scaglia, affermando la divinità ipostatica di Cristo, che il concilio di Nicea conferma nell’anno 325.
Le invasioni barbare intrecciano i fili del destino di queste controversie. Devastando l’Impero Romano, i goti convertiti accolsero l’arianismo. Dopo numerose diatribe tumultuose, il Concilio di Calcedonia (451) sancì l’umanità e la divinità di Gesù: due nature in una stessa persona.
La fissazione dei dogmi trinitari (IV secolo) e cristologico (V secolo) contribuì a creare un abisso fra la chiesa d’Oriente (patriarchi in opposizione di Alessandria e di Costantinopoli) e la chiesa d’Occidente. Le controversie a proposito della Trinità ripresero a partire dal VII secolo con Abelardo, condannato dalla chiesa in favore del suo rivale: Bernardo di Chiaravalle. Nei secoli VIII-IX viene inoltre sollevata la questione dell’iconoclastia, considerata idolatria a Bisanzio. Ottimo pretesto per intraprendere una guerra fra i papi di Roma e i patriarchi di Costantinopoli, che porterà a un definitivo scisma fra chiese d’Oriente e d’Occidente.
Sant’Agostino (354-430) affronta l’annoso problema dell’esistenza del bene e del male senza però riuscire a risolverlo compiutamente, anche perché di fatto non rifiutò l’assunto del manicheismo secondo cui la materia è fondamentalmente cattiva, peccaminosa, sorgente stessa del male — e dunque opposta a Dio. Agostino comunque, riprendendo San Paolo, sviluppa l’idea della salvezza raggiunta mediante la grazia. Da qui prende le mosse tutto un programma soteriologico che occuperà molto spazio fra le disquisizioni teologico-dottrinarie.
Pelagio (monaco bretone del IV-V secolo), per contro, sosteneva che solo mediante il libero arbitrio si può vincere il peccato, scegliendo Dio e quindi il Bene. Così, fra il libero arbitrio e la grazia, l’eristica non ha mai cessato di animare le querele, soprattutto nei secoli XVI e XVII con gli scismi dei protestanti e dei giansenisti.
Il XIII secolo fu il tempo delle cattedrali, delle crociate, del prestigio di San Tommaso d’Aquino, questo dottore della chiesa vicino a Aristotele, già evocato da Abelardo.
E la chiesa, nei confronti di quanti si rifiutavano di accettare i dogmi e il conformismo, dopo aver perpetrato il sanguinoso sterminio dei catari, inizierà i processi dell’Inquisizione e i conseguenti roghi. La ‘sacra’ Inquisizione durò più di sei secoli e conta diversi milioni di vittime.
Ma la violenta oppressione esercitata dalla chiesa non è sufficiente a fargli detenere il potere sull’intero popolo cristiano: il cristianesimo continua a rompersi in mille pezzi. Nel XIV secolo viene il tempo del papa di Avignone e del grande scisma occidentale dove accade che più papi governino la cristianità. Dopo la caduta di Costantinopoli, nel 1453, i patriarchi greci conserveranno il loro potere professando il cristianesimo ortodosso separati da Roma. Sulla stessa scia, la chiesa russa fonderà un altro patriarcato orientale nel 1589 a Mosca. Il monaco tedesco Martin Lutero (1483-1546) reclamò la riforma della Chiesa e, non ottenendola, creò un proprio movimento autonomo, conosciuto come luterano. Calvino (1509-1564) rincarò la dose e da lui sorsero i calvinisti, che presero a regnare a Ginevra e si estesero in Scozia, in Francia e in Inghilterra. In questi paesi nacque nel XVI secolo la chiesa anglicana, più conforme allo spirito tradizionale dei britannici.
I piccoli scismi si succedettero ai grandi: il movimento anabattista nato nel XVII secolo in Inghilterra e sviluppatosi soprattutto negli Stati Uniti d’America ma anche nella Russia sovietica; nel XV secolo venne fondata la chiesa cattolica gallicana; nacquero poi i movimenti valdesi della regione di Lione e quelli dei seguaci per l’avvento dello Spirito Santo, fino ai più recenti, come i Testimoni di Geova e altri ancora. Ognuna di queste innumerevoli chiese crede, ovviamente, di detenere la Verità e di essere l’unica ad avere interpretato correttamente l’insegnamento di Gesù Cristo.

Ma che cosa ci sia di divino in questo guazzabuglio infernale di ismi, scismi, abiure e roghi solo il Diavolo lo sa!

Secondo alcuni gnostici, il Demiurgo biblico è un dio malvagio, mentre il serpente compie un’opera di salvezza: induce gli uomini a disobbedire il Dio cattivo e li rende consapevoli della verità.


L’INVENZIONE DELLA CHIESA – Parte 1/6

 

L’INVENZIONE DELLA CHIESA – Parte 2/6

 

L’INVENZIONE DELLA CHIESA – Parte 3/6

 

L’INVENZIONE DELLA CHIESA – Parte 4/6

 

L’INVENZIONE DELLA CHIESA – Parte 5/6

 

L’INVENZIONE DELLA CHIESA – Parte 6/6