L’insidia guruesca

a cura della redazione del sito arianuova.org

Talvolta riceviamo lettere più o meno accorate da alcuni nostri corrispondenti, i quali ci raccontano di questa o quella persona — in Italia o nel resto del mondo — che si crede un grande ‘guru’ e che si mette a raccogliere discepoli (da poche decine a qualche migliaio!), oppure che proclama a gran voce di avere realizzato “la supermente” (così infatti la chiamano, sullo stampo del termine inglese Supramental coniato da Sri Aurobindo per identificare la divina Coscienza-Forza di Verità che sta al di sopra della mente).
In effetti, questa è una delle maggiori insidie che albergano in alcuni esseri umani dotati di un qualche carisma unitamente a una malcelata ambizione o sete di potere.
Noi, ovviamente, non abbiamo ricette da offrire per sbugiardare questi ‘falsari dello spirito’ — che, spesso, sono dei poveri illusi, quando non addirittura delle persone con qualche squilibrio mentale (è piuttosto ricorrente la presenza di gravi turbe nella libido, che si manifesta cercando di mettere le loro grinfie su eventuali ‘discepole’ cui promettono un qualche ‘shaktipat’ — passaggio della Forza — attraverso il rapporto sessuale).
Quel che è certo è che se si possiede un minimo di discernimento e di sincerità interiore, è facile riconoscerli per quello che realmente sono e smascherarli.
Spesso sono assolutamente ridicoli, ma ce ne sono anche di astuti. C’è inoltre da considerare il caso piuttosto ricorrente di una autosuggestione in cui il sedicente guru è del tutto preda delle proprie insane immaginazioni ed è effettivamente convinto di essere quel che si proclama.
La vita interiore è disseminata di tranelli che mettono alla prova la sincerità dell’individuo.
Sri Aurobindo e Mère hanno messo in guardia anche da questo tipo di pericoli. Qualche passaggio ci sembra utile da citare qui di seguito.


Sri Aurobindo: In questo momento X. è completamente sotto il dominio di suggestioni e allucinazioni vitali con l’impulso erotico dietro di esse e tutte le sue dichiarazioni che sta seguendo quanto io gli dico e che “la mia concentrazione lo aiuta” sono false. È quanto questi poteri inferiori gli suggeriscono per giustificargli il loro operato.
Questo yoga non è di tipo tantrico e perciò non posso intervenire nel procedimento che egli sta seguendo. Vi sono elementi nel mondo vitale che sono a un tempo veri e falsi e il ricercatore di questo cammino deve imparare a discriminarli. Il Vitale è un mondo pieno di scintillii e di colore e di allucinazione che cerca di scimmiottare i movimenti del Sopramentale.
Il vitale appare sfavillante e nell’imitare la rapidità dei movimenti superiori crea falsi riflessi di verità e può tentare di ingannare il ricercatore.

Purani, Evening Talks with Sri Aurobindo, 15.9.1925


Sri Aurobindo: È estremamente insincero per chiunque pretendere di conoscere prematuramente la sopramente o anche di averne un assaggio. Questa pretesa è solitamente accompagnata da una esplosione di superegoismo, un madornale errore di percezione oppure una errata condizione o un movimento falso. Una certa umiltà spirituale, un serio esame di se stessi privo di arroganza e una precisa percezione dell’imperfezione della propria natura attuale, e in luogo di una sovrastima e di una affermazione egoistica il senso della necessità di superare il proprio essere presente, non per una ambizione egoistica, ma per un anelito verso il Divino, tutto ciò costituirebbe, mi pare, per questa finita (?) composizione umana e terrestre la condizione migliore per procedere verso la trasformazione sopramentale.
Sì, lei dovrebbe imparare a non essere turbato da questo tipo di chiacchiere, qualunque sia la loro fonte; credo di averla già messa in guardia dall’ascoltare i “sadhaka avanzati” o di prendere queste dicerie per affermazioni autorevoli. Perché questa pretesa di considerarsi sadhaka avanzati e quale ne è il senso? Finisce per costituire una affermazione egoistica di superiorità sugli altri che non è giustificata finché esiste un egoismo e che porta con sé il bisogno, dettato da una debolezza e da una torbida imperfezione, di reclamare di vivere in una coscienza superiore rispetto a quella dei “sadhaka non-avanzati”.

Letters from Sri Aurobindo to Dilip, 3.2.1932


Mère: Hanno fretta, vogliono vedere subito dei risultati. Allora credono di tirare il Sopramentale — invece tirano qualche piccola entità vitale che li prende in giro e si mette a fare cattivi scherzi. È la cosa che succede più spesso: novantanove volte su cento. Una piccola individualità, un’entità vitale che si mette a recitare il grande ruolo, creando effetti, giochi di luce. Allora il povero sciocco che ha tirato ne resta abbagliato e dice: “Ecco, è il Sopramentale!” e cade in un baratro.
Soltanto quando uno ha toccato, ha visto in qualche modo, ha avuto un contatto con la vera Luce, può discernere il vitale, e si accorge che è proprio come i giochi di luce teatrali: effetti scenografici, luci artificiali. Gli altri invece restano abbagliati — ma l’abbaglio è ‘magnifico’, e vengono tratti in inganno. Solo se uno ha visto e ha avuto un contatto con la Verità, ah, allora sorride!
Sono effetti di second’ordine, ma uno deve conoscere la verità per poterli riconoscere di second’ordine.
In fondo succede così con tutto. Il vitale è una sorta di super-teatro che presenta i suoi spettacoli — così attraenti, abbaglianti, ingannevoli — e solo se uno conosce la Cosa Vera, immediatamente, istintivamente, senza ragionarci sopra, se ne accorge e dice: “No, questa roba non la voglio”.
[…] Tirare è sempre un movimento egoista. È una stortura dell’aspirazione. L’aspirazione vera comporta un dono — il dono di sé —, mentre tirare è un volere per sé. Anche se uno mira più in alto — alla terra, all’universo — non conta, si tratta solo di attività mentali.

Agenda di Mère, vol. VI, 23.11.1965