a cura della redazione del sito arianuova.org
Da alcuni anni è in corso un progressivo risveglio di un grande Gigante addormentato: l’Oriente.
La Cina si sta specializzando nella realizzazione dei prodotti, di qualunque tipo, mentre l’India nell’offerta di servizi, quali i call-centers. Cina e India messe insieme coprono un terzo della popolazione mondiale. Ad esse si aggiungono altri paesi orientali in rapida crescita economica come la Tailandia e la Turchia che, pur essendo più piccoli, sono comunque rilevanti.
A detta degli economisti, nel secondo decennio del XXI secolo l’egemonia occidentale del mondo sarà destinata a tramontare.
Noi salutiamo con favore questo tramonto e quel risveglio, e tuttavia ci chiediamo se l’Oriente saprà apportare al mondo ciò di cui l’umanità ha tanto bisogno, oppure si limiterà a offrirci una versione esotica degli errori e delle contraddizioni che hanno caratterizzato l’Occidente e che hanno drammaticamente segnato la storia degli ultimi duemila anni.
Il mondo avrebbe bisogni di guardare a Oriente — dove sorge il sole — per trovare la luce della saggezza. Ma occorre guardare verso il vero Oriente e non verso la mera scopiazzatura dei bagliori crepuscolari di un Occidente ormai al suo tramonto.
2001
«L’idea che gli europei siano strutturati sul piacere mentre gli indiani siano strutturati sull’ascetismo è un ridicolo luogo comune, che non sono disposto ad avallare solo perché è comunemente accettato. Diciamo piuttosto che, allo stato attuale delle cose, il sistema sociale europeo è eretto sull’agitazione febbrile mentre quello indiano sull’inerzia e la mendicità. Le apparenze delle cose non sono le cose stesse, così come un’ombra non fornisce necessariamente la prova della presenza di una qualche sostanza…
Riconosco che gli europei si sono affannati parecchio nel tentare di organizzarsi intorno al piacere. Il potere, il godimento, la ricchezza, il divertimento sono i loro dèi e il turbine di una vita attiva e brillante costituisce il loro paradiso. Ma lo hanno raggiunto? Mi pare che in nessun altro luogo al mondo la vita sia meno piacevole che nell’appariscente e arrogante Europa. Ai miei occhi, il nudo africano appare più felice e più genuinamente prodigo dell’acculturato figlio di Iafet.
È lo stesso accanimento ostinato a vanificare la ricerca. Che razza di concezione grottesca è quella secondo cui occorre affannarsi in tutti i modi per essere felici! La felicità, il piacere, l’ananda o sono spontanei, oppure non sussistono; essere spontanei, essere in armonia con la verità delle cose è il vero segreto della gioia. Il giardino dell’Eden è la dimora naturale dell’uomo, ed è solo perché egli ha scelto deliberatamente di conoscere il male che si è trovato alienato dal proprio paradiso.
Spezzare le catene, realizzare la libertà, superare gli ostacoli si rivelano essere le necessità primarie del futuro…
L’India sta lottando per l’indipendenza; resta da vedere che cosa ne farà della propria libertà.»
SRI AUROBINDO (1911)