Venerdì 23 maggio 2008, a Brasilia (capitale del Brasile) le dodici nazioni del Sudamerica hanno firmato la nascita dell’Unión de Naciones Suramericanas (Unasur): nasce così un blocco politico di grandi potenzialità.
Agli stati che già formano il Mercorsur (mercato comune del sud) e alla CAN (comunità andina delle nazioni) si aggiungono Cile, Guyana e Suriname. In questo modo Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Columbia, Ecuador, Guyana, Paraguay, Perú, Suriname, Uruguay e Venezuela concludono un percorso iniziato a Cusco nel 2004.
«Vogliamo dimostrare che l’America Latina sa parlare con voce forte e sa costruire una integrazione efficace», ha affermato la cilena Michele Bachelet, assumendo la presidenza della Unasur.
Dal punto di vista organizzativo la sede amministrativa sarà a Quito (Ecuador) e il futuro parlamento a Cochabamba, in Bolivia.
Non è stata firmata però la creazione di un Consiglio Sudamericano di Difesa (una Nato sudamericana) per i problemi di relazioni esistenti tra Colombia, Ecuador e Venezuela.
Gli obiettivi di Unasur sono quelli di costruire in modo partecipativo e consensuale uno spazio di integrazione e unione sociale, culturale, economico e politico tra i popoli. Si intende dare priorità al dialogo politico, alle politiche sociali, all’educazione, all’energia, alle infrastrutture, al finanziamento e ai problemi ambientali. L’obiettivo è di eliminare la disuguaglianza economica, raggiungere l’inclusione sociale e la partecipazione del cittadino, rafforzare la democrazia e ridurre le differenze tra gli stati.
Vediamo i numeri di questo nuovo gruppo: circa 280 milioni di persone, 4 lingue (spagnolo, portoghese, inglese e olandese), primi nella produzione di alimenti, secondi nella produzione di energia. Possiedono le maggiori riserve di acqua potabile al mondo (acuífero guaraní), di biodiversità (l’Amazzonia), vasti giacimenti di idrocarburi (Orinoco, Tarija, Camisea, Santos). Tuttavia, l’assurdo è che metà della popolazione si trova sotto la soglia della povertà, i paesi sono dipendenti finanziariamente e tecnologicamente dal nord, e non esiste un’unica visione ideologica.
Il presidente del Venezuela, Hugo Chávez, ha detto che questo accordo è una sconfitta per gli Stati Uniti. Il governo della Colombia ha ufficializzato il suo rifiuto di creare il Consiglio di Difesa Sudamericano a causa delle FARC (gruppo rivoluzionario colombiano) giudicati come terroristi e accusati di avere relazioni di appoggio con Venezuela ed Ecuador. In apertura del vertice, Lula ha ricordato che l’organismo resta aperto alle adesioni dei Paesi centroamericani e caraibici, un’apertura «nel segno della diversità e del pluralismo», punti essenziali nel difficile percorso verso l’integrazione dell’America Latina. Si parte da un trattato costitutivo che in pochi, ha ricordato il brasiliano, ritenevano possibile solo quattro anni fa. Un trattato che rappresenta i pilastri per costruire «una personalità giuridica e mezzi istituzionali per raggiungere gli obiettivi prefissati», che Lula ha voluto sintetizzare in «sviluppo, giustizia sociale, democrazia e pace».
È un atto di nascita, quello dell’Unasur, che permetterà al continente di «superare l’inerzia, le resistenze che da più di 200 anni di vita politica indipendente hanno impedito che marciassimo uniti sulla strada dell’integrazione». Una marcia iniziata a Cusco nel 2004 e che affonda le sue radici nel sogno e nella lotta di Simón Bolívar.
Prossime Tappe:
- Creare la Banca del Sud.
La proposta, alla quale da diverso tempo stanno lavorando i venezuelani assieme a esperti economisti è quella di una Banca del Sudamerica. La banca non nascerebbe solo per fare da concorrente agli altri istituti di credito, ma sarebbe un istituto di credito con scopi sociali e non solo di profitto. La Banca del Sud darebbe la possibilità alle piccole imprese di svilupparsi, di crescere. È l’idea di una banca al servizio della popolazione. I fondi per istituirla verrebbero dal ricco Venezuela ma anche da altri stati come Argentina e Brasile.
- Oleodotto.
Dalle riunioni dei paesi del Mercosur sono scaturiti diversi progetti. Il più importante, anche a livello di investimenti economici, sarà la costruzione di un mega oleodotto, lungo 8000 chilometri, che partendo dal Venezuela raggiungerà l’Argentina. Nel tragitto fra i due paesi, comunque, l’oleodotto sarebbe in grado di rifornire di idrocarburi anche il Brasile di Lula, la Bolivia di Morales e portare vantaggi rilevanti alle economie di Paraguay e Uruguay.
- Riforma doganale.
Durante precedenti riunioni del Mercosur è stata discussa una sorta di riforma doganale, che vada a beneficio di Cuba, sotto embargo Usa da oltre 40 anni.
Grazie a un accordo doganale, i paesi del Mercosur faranno aumentare considerevolmente (da 1300 a 2700) i prodotti interscambiabili con Cuba.
Il Sud America dunque si prepara a competere compatto in materia di politica economica con l’Unione Europea, i paesi asiatici e soprattutto con gli Usa.
Se i progetti andassero in porto si profilerebbe un cambiamento epocale tale da trasformare gli scenari economici internazionali dei prossimi anni.
Maggio 2008