Nei confronti delle grande domande esistenziali, quelle che almeno una volta nella vita qualunque essere umano si è posto, ognuno di noi assume di fatto (consapevolmente o meno) tre differenti posizioni: fideistica, cinica, sperimentale.
La prima, la posizione fideistica, possiamo riassumerla in questo modo: «Mi è stato insegnato che esiste un buon Dio e che, se mi comporto bene durante questa breve vita, quando muoio sarò accolto nel Suo paradiso. Dato che ciò fa parte della mia educazione e della mia cultura, vi credo». Ovviamente, l’esempio dato può variare a seconda della tradizione e dell’individuo, ma questo resta l’atteggiamento di base: una credenza stereotipata accettata senza discutere. La ragione, in questo caso, viene più o meno gentilmente messa alla porta, e la porta stessa viene chiusa a tripla mandata con le chiavi della credenza cieca e del dogma.
La seconda posizione, quella cinica, viene spesso decantata come pragmatica. È più o meno questa: «Poiché nessuno è in grado di fornirmi una risposta certa a tali domande — corredata di adeguate prove —, io non me le pongo affatto; da uomo pratico, prendo la vita per quella che è, cercando di godermela il più possibile». Le sfumature possono essere affatto diverse tra loro, da un edonismo piuttosto acceso fino ad arrivare a colorazioni ammorbidite da principî etici o magari addirittura filantropici; il quadro comunque è pressappoco quello descritto. Anche in questo caso, la ragione viene tenuta sotto chiave bene imbavagliata, sostituita da un magro positivismo terra terra.
Infine, c’è la terza posizione, sperimentale e pratica. Possiamo riassumerla in questo modo: «Io non so dare una risposta alle domande fondamentali dell’esistenza, ma proprio in quanto tali ritengo non si possa vivere eludendole. E voglio investigarle da libero ricercatore, senza cioè assumere posizioni preconcette, senza accettare dottrine preconfezionate. Sono quindi determinato a cercare tali risposte con la mia vita, senza accontentarmi di conoscenze teoriche di seconda mano acquisite da libri o altro. I libri potranno talvolta essermi d’aiuto per formulare meglio tali domande e per dare nuovi stimoli alla mia ricerca — nulla di meno, ma nulla di più. Quello che io cerco è l’esperienza diretta, che può essere trovata, come sempre, attraverso la libera esplorazione individuale». La ragione, in questo caso, è pienamente libera di occupare il posto che le compete.
È questa terza posizione, ci pare, l’unica razionale e sensata. Ma quanti uomini razionali vivono sulla faccia della terra? Tra i quasi dieci miliardi di homo sapiens che popolano il pianeta, dove si trova anche solo una manciata di buon senso? …Misteri della ratio!