MADAME FRAYA

- a cura del CENTRO STUDI arya -

Fraya

Pochi in Italia sono a conoscenza dell’intimo rapporto di amicizia che legava Mère alla più celebre chiaroveggente del Novecento: Madame Fraya.

Sappiamo che Madame Fraya era solita recarsi in visita da Mère e che le due donne erano particolarmente intime, anche se non sappiamo con precisione che cosa si siano dette, non esistendo resoconti da ambedue le parti.

Soltanto André Morisset, nelle sue Memorie, ricorda di avere incontrato da bambino la veggente nell’atelier di pittura che Mère tenne a Parigi (al n° 15 di Rue Lemercier) dall’età di 19 anni fino ai 30 (1897-1908): «in questo atelier, Mère mi presentò Madame Fraya, famosa veggente. Mi apparve subito come una donna estremamente gentile; portava un cappello enorme e aveva un modo assai piacevole di conversare».

Cogliamo dunque l’occasione per offrire una breve biografia di questa singolare veggente.

Nata il 21 maggio 1871 a Villeneuve-sur-Marsan, Madame Fraya — al secolo Valentine Dancausse — era figlia di un funzionario del Ministero delle Finanze il quale, stranamente, possedeva qualche dono di preveggenza che gli permise di predire la data esatta della propria morte.

Valentine manifestò una precoce passione per la musica; i suoi genitori la fecero studiare con i migliori insegnanti della regione e la sua vita sembrava indirizzarsi verso una carriera di pianista. Ma all’età di diciotto anni abbandonò il pianoforte per sposare M. Louis Erembert Delmas, docente di filologia, più vecchio di venti anni, conosciuto in casa di amici. E durante il suo viaggio di nozze ebbe la rivelazione del suo dono di chiaroveggenza. A Nizza, infatti, in una stanza d’albergo, ebbe la visione del proprio avvenire: seppe che non avrebbe condiviso la vita di studio di suo marito, i cui interessi filosofici l’avevano inizialmente attirata. Secondo le sue stesse parole, «vidi centinaia di mani che si protendevano verso di me. Era un salotto piuttosto buio, con i muri pieni di specchi. Me ne stavo seduta, intenta a leggere le mani dei miei visitatori.»

Decise di sperimentare il suo nascente dono sulle sue amiche. Il risultato superò ogni immaginazione: in capo a pochi mesi divenne una vera e propria celebrità e proprio in questo periodo il destino le diede la prima spinta: nel 1893 fu invitata alla corte della regina Nataljia Kesko (1859-1914) di Serbia. A Biarritz, nella villa Sachino, durante una raccolta di fondi per i poveri, espresse preoccupazioni per Alessandro, il figlio della regina. Dieci anni dopo, divenuto re di Serbia, Alessandro I Obrenovic (1876-1903) venne assassinato a Belgrado insieme alla propria moglie Draga. La madre, affranta, decise allora di rinunciare alla vita di corte e si ritirò in un convento nei pressi di Parigi fino alla fine dei suoi giorni.

Valentine si separò dal marito e si trasferì a Parigi, dove presto venne contattata da Severine, celebre giornalista francese, caporedattrice del Cri du Peuple, la quale le chiese di andare a leggere le mani dei più grandi nomi di Francia, durante una festa di beneficenza organizzata in favore dell’Orphelinat des Arts, al Jockey Club. Valentine, donna riservata e umile, non voleva far apparire il suo nome sulla locandina, allora la giornalista le creò uno pseudonimo: sfogliando un’opera dedicata alle leggende dei popoli nordici, trovò il nome di Fraya, antica dea-madre germanica (meglio nota come Freya). A questa festa, Madame Fraya, nascosta dietro un paravento, ricevette parecchie centinaia di persone, tra le quali l’arciduca d’Austria Stefano d’Asburgo-Lorena (1817-1867), i baroni di Rothschild (Sir Anthony e Nathan Mayer) e molti altri. Dal giorno seguente, il suo nome si diffuse per tutta Parigi e, con l’aiuto di Severine, Fraya trovò un appartamento all’11 bis di Rue d'Edimbourg (VIII arrondissement) e vi si installò: il salotto dell’appartamento corrispondeva esattamente a quello che aveva visto in sogno all’età di 18 anni.

Benché utilizzasse le mani per predire il futuro, lei stessa confidò di non seguire i principi della chiromanzia tradizionale, affidandosi piuttosto alla propria conoscenza istintiva.

Fra le persone che usualmente la consultarono, figurano celebri artisti e politici dell’epoca, come lo scrittore Marcel Proust (1871-1922), l’attrice Sarah Bernhardt (1844-1923), il politico Jean Léon Jaurès (1859-1914), il diplomatico Aristide Briand (1862-1932), lo scrittore Alfred Camus (1913-1960).

Nell’agosto del 1902, durante una seconda festa di beneficenza, rivide lo scrittore Pierre Loti (1850-1923), romanziere francese particolarmente rinomato, il quale volle farsi leggere la mano: ciò che Fraya gli disse lo colpì a tal punto che, per manifestarle la propria gratitudine, le dedicò un articolo molto lusinghiero su Le Figaro. In seguito, Madame Fraya chiese a Pierre Loti se avrebbe consentito a inviarle una lettera autografa. Egli lo fece in termini altamente lusinghieri e, come inizio della loro amicizia, lo scrittore le offrì il talismano a cui teneva di più: la famosa collana della Dea delle Grazie, composta di quarantasei grani d’ambra, alternati a turchesi, che aveva riportato da un viaggio in India. Fraya non si separò mai da questo talismano, per tutta la durata della sua vita, lo tenne presso di sé su un tavolino, nel suo salotto di consultazione.

A partire dal 1910, Madame Fraya presentì l’avvicinarsi di un conflitto mondiale di eccezionale gravità. Svariati inquietanti fatti vennero a rafforzare la sua certezza: il primo accadde a Vichy, mentre la veggente stava passando delle giornate di vacanza. Una sera, mentre stava facendo una passeggiata incontrò il già citato Jean Jaurès, il quale le chiese di voler conoscere come sarebbe morto. Fraya gli disse che lo vedeva morire di morte violenta, alla vigilia di una dichiarazione di guerra. Jaurès, pacifista convinto, fu assassinato il 31 luglio 1914 in un caffè da Raoul Vilain, un giovane nazionalista che era a favore della guerra contro la Germania. Il giorno dopo ebbe luogo la mobilitazione che diede il via alla guerra mondiale.

Ma fu in occasione di una consultazione richiesta dalla principessa Maria Elisabetta di Sassonia-Meiningen (1853-1923) — sorella dell’imperatore Guglielmo II di Germania — che Fraya predisse per la prima volta la guerra mondiale e la disfatta della Germania.

Il ruolo che la veggente ebbe durante la grande guerra, si basa su testimonianze storiche e prove inconfutabili. 

Nel 1914 incontrò il principe Félix Yusupov (1887-1927), cugino acquisito dello zar Nicola II di Russia e gli disse che stava per uccidere qualcuno con le sue stesse mani. Il 16 dicembre 1916, a Mosca, il principe uccise Rasputin, consigliere occulto dello zar e della zarina Alexandra Feodorovna.

Agli inizi di settembre del 1914, Madame Fraya ricevette una telefonata dal Ministero della Guerra, che le chiedeva di recarsi con urgenza in Rue Saint-Dominique, ove era in corso un consiglio straordinario, per offrire il suo parere in merito allo svolgimento dei fatti bellici in corso. L’armata tedesca si trovava a Compiègne; Senlis e Creil erano in fiamme. In presenza del presidente della repubblica Raymond Poincaré (1860-1934) e del presidente del consiglio Aristide Briand (1862-1932), Fraya assicurò il governo che le truppe tedesche non avrebbero raggiunto Parigi; queste le sue parole precise: «Un ripiego inatteso ristabilirà la situazione, annunciando una futura vittoria. La notte scorsa ho visto in sogno i tedeschi capitolare. Una data mi si imponeva: il 10 settembre. Ho udito questa frase: “Dal 10 settembre, il vento cambierà... Dio salverà la Francia”». Il 12 settembre, la miracolosa vittoria della Marna riportata sul nemico dai generali Joffre e Gallieni, doveva dare ragione a Madame Fraya.

La sua notorietà raggiunse livelli sorprendenti; anche gli uomini politici più scettici desiderarono far conoscenza della stupefacente indovina.

Nel 1920, durante una consultazione con la veggente, il politico Georges Clémenceau (1841-1929) apprese che il presidente della repubblica Paul Deschanel (1855-1922) non avrebbe concluso il suo mandato presidenziale. Cinque mesi dopo, Deschanel dovette dimettersi per una grave malattia e per disturbi della personalità.

Per tutto il dopoguerra, Madame Fraya fu assediata dai visitatori giunti da ogni dove, tanto la sua notorietà superò le frontiere. Da ogni parte del mondo le giunse una voluminosa mole di corrispondenza contenente richieste di consultazione, senza parlare degli inviti che ogni giorno ricevette, sempre più numerosi.

Dopo aver trascorso 33 anni nel salotto di rue d’Edimburg, Madame Fraya acquistò un piccolo albergo nei pressi della Senna, dove continuò il proprio lavoro.

Le capacità di questa veggente vennero studiate da scienziati di prim’ordine, come lo psicologo Alfred Binet (1857-1911), il medico e metapsichista Eugène Osty (1874-1938) e il parapsicologo Albert von Schrenck-Notzing (1862-1929).

Madame Fraya si spense serenamente il 16 febbraio 1954.