Medusa immortale
Sono trascorsi più di 4.000 anni da quando Utnapishtim disse a Gilgamesh (nella celebre epopea omonima) che il segreto dell’immortalità si trova celato nelle profondità dell’oceano (facendo eco a un passaggio rigvedico assai più antico — cadramâ apsv antarâ — I.CV.1) e, finalmente, l’uomo ha trovato di recente una creatura animale che può essere considerata “immortale”.
La scoperta risale al 1988 e venne effettuata, confermando l’affermazione di Utnapishtim, proprio negli abissi marini. Si tratta di una medusa del genere Turritopsis dohrnii. Sono creature piccolissime — misurano appena 5 millimetri — e vivono in eterno (a meno che non incontrino un loro predatore, beninteso!) e si stanno diffondendo in tutti gli oceani del mondo.
La scoperta è stata fatta — per caso, come spesso accade — da Christian Sommer, un biologo marino tedesco, all’epoca giovane studente in vacanza a Rapallo, in Liguria (altra coincidenza: proprio a Rapallo, un secolo prima, Friedrich Nietzsche concepì il suo Zarathustra e il ciclo dell’eterno ritorno!).
La Turritopsis dohrnii nasce, si sviluppa e si riproduce. Ma quando le altre specie di meduse muoiono, lei ringiovanisce. Si inabissa e regredisce allo stadio di polipo (da non confondere con il polpo) che è la prima fase della vita di una medusa e da lì ricomincia a svilupparsi. È come se una farfalla tornasse bruco.
Questo processo si chiama ‘transdifferenziamento’. In quasi tutti gli organismi le cellule si differenziano assumendo un ruolo preciso (diventano cellule nervose, muscolari, eccetera), rimanendo tali fino alla loro morte. Nelle Turritopsis invece, le cellule che si sono già differenziate, dopo un ciclo di vita perdono il loro ruolo e cambiano funzione biologica (qualcosa di analogo, in realtà, accade pure per le cellule staminali umane).
Recentemente, la ricercatrice Maria Pia Miglietta, dell’istituto di ricerca tropicale Smithsonian di Washington, ha scoperto che queste meduse, che sono originarie del Mar dei Caraibi, si stanno largamente diffondendo in tutti gli oceani. È ciò che lei stessa ha chiamato “l’invasione silenziosa”. Oggi la Turropsis è stata individuata non soltanto nel Mediterraneo, ma anche al largo di Panama, Spagna, Florida e Giappone. Pare in grado di proliferare in qualunque oceano. Gli studiosi non escludono che, in un distante futuro, quasi tutte le specie marine si saranno estinte e gli oceani pulluleranno prevalentemente di meduse immortali, le quali — non essendoci più predatori — verranno a creare una sorta di enorme gelatina sempiterna che colma l’intera superficie oceanica terrestre... Strana situazione davvero!
Quale sia il segreto di questa trans-formazione che permette loro una sorta di eterna giovinezza ancora non è dato sapere e gli scienziati stanno per ciò studiando questi minuscoli animali. Quel che sappiamo, al momento, è che il ringiovanimento della Turritopsis (e di altri generi della stessa specie) è causato da un fortissimo stress ambientale.
Inoltre, Kevin J. Peterson, paleobiologo molecolare, ha riscontrato «un impressionante numero di somiglianze genetiche tra la medusa e l’essere umano. Siamo come variazioni su un medesimo tema». E questo, secondo alcuni studiosi, potrebbe aprire interessanti prospettive — lo stesso Peterson aggiunge infatti che «l’immortalità potrebbe essere assai più comune di quanto si crede.»
Tuttavia, come precisa il prof. James Carlton, docente di scienze marine, «il termine ‘immortale’ è fuorviante. Se per ‘immortale’ si intende la sopravvivenza dei geni, allora si può parlare in modo appropriato di immortalità. Le cellule sono immortali, ma non necessariamente l’organismo che le ospita.»