ANANDA

di Tommaso Iorco
(autore tutelato S.I.A.E.)


Ananda, l’assoluta Beatitudine divina, è uno dei traguardi più importanti dello yoga. Al suo apice, percepire l’Ananda in modo completo significa arrivare a godere della pura Gioia dell’esistenza per se stessa, indipendente da qualunque esperienza e comprendente ogni tipo di esperienza. Sri Aurobindo ravvisa tre stadi:
1) rasagrahana nella mente, ovvero cogliere il ‘rasa’ (il gusto, il sapore, l’essenza) nelle sensazioni corporee, nei vari eventi, nelle emozioni, nei pensieri;
2) bhoga nel prana (o energia vitale), ossia saper assaporare a fondo ogni godimento dell’esistenza senza provare alcun desiderio, esaurimento, mancanza o sazietà;
3) Ananda nell’intero sistema, vale a dire: nel fisico (kamananda o piacere divino, vishayananda o godimento sensoriale, tivra ananda o gioia intensa, raudra ananda o piacere violento, vaidyuta ananda o godimento elettrizzante), nella coscienza di base o citta (premananda o beatitudine d’amore), nella mente (ahaituka ananda o gioia senza oggetto), a livello della coscienza sopramentale (cidghana ananda o beatitudine di Cit nell’oggetto colmo dei guna), al livello proprio di Ananda (shuddha ananda o beatitudine pura della bellezza in ogni cosa), sul piano di Cit-tapas (cidananda o ananda della coscienza priva di guna), sul piano di Sat (sadananda o ananda della pura esistenza al di là di tutti gli oggetti e le esperienze).
Alcune di queste forme di beatitudine divina appaiono talvolta alla visione sottile di Sri Aurobindo in forma di animali simbolici (si vedano per esempio i ‘Record of Yoga’ a pagina 80, il 2 luglio 1912): la farfalla simboleggia kamananda, la vespa raudrananda, l’ape tivrananda, l’ape indiana (dalla forma molto lunga) vishayananda, la tarma vaidyutananda e così via.


Sri Aurobindo vuole fissare l’Ananda in tutti gli aspetti dell’esistenza, in ogni più minuta circostanza della vita fenomenica, e non solo nell’essenzialità del Sé.

Alla data 13 gennaio 1912, leggiamo (pagine 47 e 48 dei ‘Record of Yoga’ — le spiegazioni fra parentesi quadre di alcuni termini sanscriti sono nostre):
«Ananda si è pienamente stabilito nel dominio degli indriya [sensi fisici]. Ogni cosa vista, udita, odorata, gustata, toccata, movimenti, azioni, sono ora piacevoli o apportano piacere; tutto porta con sé il rasagrahana o l’apprezzamento della bellezza del guna di cui sono l’espressione, la gioia di vijnana in essi (fondamento di cidghana ananda), la gioia del cuore in essi (fondamento di premananda), la gioia corporea in essi (fondamento di kamananda, la gioia della mente quale indriya in essi (fondamento di ahaituka ananda). Tutta questa gioia è della natura di bhoga da cui l’ananda sta per emergere. La gioia dello spirito nell’Ekam [nell’Uno], che esprime se stesso (fondamento di shuddhananda, cidananda e sadananda che insieme producono kaivalyananda) è al momento oscura e involuta negli ananda inferiori. Da ieri ahaituka ananda e da oggi sahaituka tivrananda sono manifeste. Ieri anche il disagio per caldo e freddo e per il dolore è stato nuovamente bandito, sebbene non completamente. Esperimenti fatti con il corpo mostrano che al di sotto di una certa intensità tutti i dolori producono ananda di bhoga al posto della sensazione del dolore, mentre i dolori al di sotto di quel grado lo producono non appena il dolore più acuto è passato. Qualche volta sahaituka ananda si produce. Mentre scrivo, ahaituka tivrananda, raudrananda e vaidyutananda (negativo) stanno nuovamente producendosi; anche vishayananda sahaituka e ahaituka, iniziati ieri, stanno facendosi più precisi. Il bhoga di tutte queste forme è già stabilito. La più grande difficoltà è riscontrata nel contatto prolungato di intenso calore con una parte sensibile del corpo, per esempio la pietra rovente del pavimento sotto il solleone. L’intensità della sensazione del calore può essere aumentata, diminuita o inibita dalla Volontà; il contatto prolungato tende a rimuovere l’elemento di sofferenza, a meno che la Volontà non intenda aumentarlo o mantenerlo stabile, oppure se il flusso della Volontà (cit-shakti) si trova in uno stato tamasico mentre la mente-di-veglia è incosciente, sopportando in modo inerte il contatto invece di fronteggiarlo. Questa daurbalyam [debolezza] è stata creata allo scopo di manifestare certe forme di intenso ananda, in particolare viparita [‘perverso’, nato cioè da una percezione che nella manifestazione pare contraria al principio di gioia]. È possibile, come adesso appare chiaramente, renderlo un elemento importante di forte (non viparita) ananda, ma in questo caso la daurbalyam è semplicemente una forma di balam [energia manifesta a livello fisico], in altre parole deve essere supportata da dhairyam [calma imperturbabile] e anandadharanashakti [il potere di sopportare l’ananda a qualunque tipo di intensità].

Ananda è ora esteso agli eventi. Perfino le diminuzioni e le mancanze sono viste e percepite come un fiotto di ananda, e nel luogo, nella necessità e nella delizia di amangalam [circostanze avverse], la sua reale natura mangalamaya [costituita di circostanze fauste] è stata fissata per mezzo di jnanam [conoscenza] non solo sulla buddhi [intelligenza] ma sui samskara [impressioni, formazioni mentali] di manas [coscienza mentale], citta [coscienza emotiva], prana [energia vitale] e del corpo materiale».

13 luglio 1912 (pag. 87):
«Fortemente accresciuta l’intensità di kamananda e ancora più continua e pronunciata la tendenza generale a quell’ananda con i suoi annessi. Talvolta la forza di partenza è tivra. Premananda basata sulla realizzazione di Dio in ogni esistenza separata, animata o inanimata, riprende, improvvisamente attiva e forte. [...] Anche il corpo è posseduto da samata e da ananda universale perfino in ciò che veniva percepito come dolore o disagio. Sahaituka vishayananda sta recuperando il suo vecchio occasionale potere che adesso promette di diventare normale. Gli altri sono anch’essi più comuni. Nirvisheka (ahaituka, ma un altro termine dovrebbe essere utilizzato) shuddhananda pare sul punto di stabilirsi e viene assicurato che si è stabilito all’interno e nel corpo».

14 dicembre 1912 (pagine 151-152):
«Ahaituka e gli altri ananda soggettivi sembrano ora fermamente stabiliti negli indriya [sensi fisici]; cidghana, prema e shuddha mancano ancora di una regolare intensità. [...] Ahaituka kamananda è frequente, quotidiano, ma è intenso solo in modo sporadico e non persiste mai a lungo. I sahaituka ananda (tivra, rudra, kama, vishaya) sono presenti, ma non sempre o non usualmente intensi; vaidyuta è ancora in fase di sviluppo, sebbene ahaituka vaidyuta sta ora, mentre sto scrivendo, incominciando ad agire con intensità. Giunge come una beatifica scossa elettrica o una corrente nel cervello o in altre parti del sistema nervoso ed è di due tipi, positivo o focoso e negativo o freddo, saurya o candra, collegati al sole o alla luna. Precedentemente, entrambi questi ananda erano soliti giungere in forma sahaituka o ahaituka; quello negativo rassomigliava alla sensazione di un reumatismo trasformato in una forma di piacere fisico, quello positivo alla sensazione di un riscaldamento interiore analogamente trasformato, ma la loro natura elettrica accompagnava sempre la sensazione. Sono, probabilmente, queste due forme di sukshma vidyut che stanno alla base del fenomeno di caldo e freddo — questa è perlomeno la teoria che mi è stata indicata nella prigione di Alipore».

15 dicembre 1912 (pag. 152):
«L’unico difetto nell’ananda soggettivo, l’assenza di un certo e vittorioso ananda in asiddhi e amangalam è stato definitivamente rimosso. [...] Ahaituka kamananda sta prendendo possesso del sukshmadeha [corpo sottile] e sta avvolgendo il sistema nervoso del corpo fisico sul quale si sta ora stabilendo in modo prolungato e talvolta intenso; pare stia incominciando una continuità».

29 dicembre 1912 (pag. 166):
«C’è stato un tentativo di assicurare la continuità di ahaituka kamananda. È rimasto pressoché costante per tutta la mattina fino alle 11, sia pure a diversi gradi di intensità, interrompendosi nel pomeriggio fatto salvo per frequenti irruzioni, e adesso (16:30) è nuovamente attivo. Ma non si è ancora imposto sul sistema; assume solo un possesso parziale sulle operazioni superficiali del sistema nervoso e quindi si ritira. Talvolta si impone nel cervello o nei centri nervosi inferiori, ma non può garantire una presa continua».

30 dicembre 1912 (pagg. 167-168):
«Ananda (kama) è occasionalmente intenso su una scala di intensità moderata. È per così dire tivra [intenso], ma non rudra [violento], nemmeno tivratara [molto intenso] o tivratama [estremamente intenso]. Si produce, tivra o kuntha [pesante], quotidianamente e spesso in modo frequente durante il giorno e in tal senso è permanente. Ma non è continuo nella sua permanenza o costante nella sua intensità».

Il 31 dicembre 1912 (pagg. 173-174) Sri Aurobindo effettua un breve bilancio dell’anno trascorso e, in merito all’Ananda, scrive:
«È stato provato che in stato di riposo, in nivrtti, in udasinata, la pace e l’ananda perfetti sono possibili; ma ciò che lo yoga intende stabilire è la perfetta armonia di nivrtti e pravrtti, di assenza di desiderio e lipsa, di guna e nirguna, l’Ananda totale, il Tapas, la Conoscenza, il Potere e l’Essere infinito privo d’ego, che si realizza nel fluire pieno e abbondante di pravrtti».

Lo yoga di Sri Aurobindo, ormai è chiaro, non era affatto volto a un distacco dal mondo che portasse alla paralisi delle attività mentali, vitali e sensoriali, ma a una totale e gioiosa assunzione di tutte le facoltà e di tutte le parti del divenire fenomenico in vista di una trasformazione radicale della natura umana in una natura totalmente divina. E questo, ovviamente, non è possibile alle limitate energie e capacità umane, ma tramite una assunzione dell’umano da parte del Divino.

1° gennaio 1913 (pagina 175):
«Kamananda giunge in modo più frequente di prima, ma non ha ancora preso possesso del corpo. Gli ananda fisici sahaituka stanno riprendendo possesso del sistema. Ahaituka ananda, da lungo tempo velato, ha nuovamente superato i suoi ostacoli e ha preso possesso perfino dell’ostacolo e della circostanza avversa».

11 gennaio 1913 (pag. 191):
«L’ananda soggettivo questa mattina ha preso possesso in piena forza — un’armonia di shuddha, cidghana, ahaituka, premananda e sahaituka sharirananda, ma il kamananda resiste e l’esclusione dell’ananda dagli eventi avversi è stata tentata con successo dal nemico».

14 gennaio 1913 (pag. 200):
«Il disagio giunge ma è facilmente estromesso sostituendolo con l’ananda del disagio. Disagio di roga ancora persiste, ma viene sempre superato con l’ananda della sensazione oppure con l’ananda del disagio, a meno che il suo opposto, nirananda, non sia incoraggiato. Il disagio provocato da dolore acuto è tuttavia l’unica cosa che non è ancora stata padroneggiata dall’Ananda. [...] Stamane kamananda si è trasformato in madiramay ananda e sulla via del raudra e di altri ananda; al presente non ha ancora preso possesso del corpo, ma lo influenza con un prolungato sparsha [‘tocco’]. L’ostacolo principale è la debolezza del kamacakra [altrimenti detto svadishthana cakra, è il centro che presiede al vitale inferiore]».

15 gennaio 1913 (pag. 202):
«
L’ananda soggettivo generale, dopo il test di diversi giorni di esperienza, può ora essere considerato permanentemente stabilito e continuo nelle sue parti shuddha, ahaituka e cidghana, e sul punto di farsi continuo nella sua parte prema. Nello sharira [corpo fisico] sahaituka è stabilito, sebbene ancora senza intensità o stabile continuità, mentre ahaituka attende il trionfante evento di kamananda. Esiste, ma è instabile. Bhukti si avvicina al compimento».

20 gennaio 1913 (pag. 212):
«C’è un movimento rivolto verso l’espulsione delle ricorrenze frammentarie di disagio, in particolare nella vista, l’udito, il tatto e l’olfatto che impediscono la perfezione di vishayananda (bhoga) negli indriya [sensi fisici]. [...] Kamananda è continuo, relativamente frequente in intensità, ricorrente in modo persistente nelle sue manifestazioni più lievi».

23 gennaio 1913 (pag. 215):
«Stamane kamananda di grande intensità si è protratto per lungo tempo e il livello consueto di intensità è stato anch’esso innalzato; l’ananda perdura mentre sto scrivendo. [Qualche ora dopo, nel pomeriggio:] L’ananda è cresciuto a una intensità ancora maggiore e ha prodotto il primo definitivo assaggio di quello che sarà quando prenderà possesso in modo stabile e senza interruzioni del corpo sthula [fisico]. Per un po’ è continuato anche durante il pasto, senza mai scomparire del tutto, e immediatamente dopo il pranzo è diventato nuovamente attivo. Continua perfino mentre cammino o sono concentrato in altri lavori o pensieri, sebbene in questo caso è meno stabile e non raggiunge la piena intensità [...]. Con un breve intervallo di mezz’ora, è stato continuo per circa dieci ore».

Il 26 gennaio 1913 (pag. 218), Sri Aurobindo precisa inoltre che «Kamananda persiste anche in svapna samadhi e si rivela essere persistente in modo continuo al risveglio dal sonno. Solo le attività fisiche frenano la sua intensità. Altrimenti non conosce cedimenti di sorta, fatto salvo per l’abitudine corporea all’intermittenza». Mentre il giorno dopo (pag. 219) può constatare che «l’ananda pervade il sistema in modo più perfetto e non ha perduto nulla in intensità né in frequenza. Sta ora crescendo in modo più possente nella forma raudra».

30 gennaio 1913 (pag. 222):
«Ananda, raggiungendo una più elevata intensità nella tarda mattinata, è riuscito a mantenerla fino a sera, diminuendo solo durante la camminata. Questo è ora il livello normale di kamananda quando si produce, in stato di attività; al livello più basso si mantiene in uno stato di riposo».

31 gennaio 1913 (pag. 224):
«L’intensità dell’ananda è grandemente accresciuta e il picco più intenso è ora diventato stabile al punto da essere il livello normale al quale l’Ananda tende sempre a salire quando non è ostacolato o da una ostruzione deliberata o dal samskara tamasico di dharane asamarthya impresso sul karmadeha dallo svabhava esteriore e attraverso il karmadeha affettivo del corpo». Il giorno dopo, riferendosi a quanto avvenuto la notte del 31 gennaio, Sri Aurobindo aggiunge: «A fine giornata e di notte Ananda è accresciuto ulteriormente e, per la prima volta, lo sviluppo di ondate di ananda da semplici tocchi, come per esempio il contatto dei piedi con il suolo, si è imposta nel sistema. Questo si è prodotto durante la camminata e si è protratto per parecchi minuti. È il segno di un nuovo stadio di progresso nella siddhi fisica».

3 febbraio 1913 (pag. 231):
«L’Ananda ha preso sovranamente il possesso di tutti gli stati ed è stato continuo da ieri mattina, quando è iniziato, per tutto il giorno, proseguendo nonostante diversi tentativi di scalzarlo anche la sera, che è il momento in cui generalmente sfuma, e persistendo nel corso dell’intera notte ad ogni istante in cui il sonno veniva interrotto, ricorrendo e sostenendo il corpo in modo costante nei momenti di samadhi e presente spesso anche durante il sonno. L’unico difetto della sua continuità è l’interruzione o l’irregolarità nel sonno».

21 maggio 1913 (pagg. 243-244):
«Di tutte le siddhi fisiche, Ananda è la più avanzata. I vishayananda dei sensi sono tutti perfetti in tipologia, raramente contraddetti, ma ancora insufficienti in intensità, eccetto il gusto, che però è variabile. Gli ananda superiori della mente sono tutti presenti (prema, cidghana, shiddha), ma al momento attivi in modo imperfetto. Ahaituka ananda è costante in shanti, ma non ancora in santosha attivo. I sahaituka sharira ananda sono stabiliti e crescono; ahaituka si manifesta ma non di frequente. Ahaituka kamananda è il solo a essere ben stabilito, e si ridesta quando viene chiamato, ma è ancora troppo dipendente dalla volontà anziché essere un dharma del corpo che agisce autonomamente. Ora si può manifestare in qualunque stato, jagrato o samadhishtha. [...] Il dolore è stato trasformato in una forma di ananda, fatto salvo in casi estremi, come le scottature, colpi, ecc. ma in questo caso è solo il contatto immediato che è doloroso, il retro-effetto è sempre anandamaya; in taluni casi, come la puntura di una zanzara, l’abitudine al fastidio continua ancora, ma è occasionale e non un dharma del corpo».

25 giugno 1913 (pag. 269):
«Sharira ananda [ananda del corpo] si è stabilito ma in modo irregolare. Deve essere reso regolare.

Indriya ananda [ananda dei sensi fisici] deve raggiungere una completezza meno fluttuante.
L’ananda della sofferenza deve essere portato ancora più oltre».

8 luglio 1913 (pagg. 282-283):
«Un intenso ananda continuo per periodi prolungati ha iniziato oggi ad essere la legge del corpo, ma è intervallato da lunghi periodi di ananda sommerso e occasionali cadute nella quiescenza. Nella notte la quiescenza è quasi la regola, ma avvengono forti accenni di attività».

16 settembre 1913 (pag. 295):
«Tutti gli ananda soggettivi, in special modo prema e shuddha si sono definitivamente stabiliti nel sistema; nessuno di essi è attualmente nuovo quanto a forma, esperienza o intensità, ma una tendenza a accrescere la propensione di un’intensa esperienza è visibile».

27 novembre 1913 (pag. 330):
«Kamananda, sempre manifesto principalmente o interamente negli stati di riposo corporeo, seduto o disteso, inizia ora a manifestarsi nelle posizioni attive, in piedi o camminando».

30 novembre 1913 (pag. 331):
«Kamananda si è stabilizzato nella posizione eretta e camminando».

1 dicembre 1913 (pag. 332):
«Kamananda di notte ha iniziato a presentarsi nello stato di samadhi».

8 dicembre 1913 (pag. 339):
«L’ananda fisico (kama) sta diventando comune negli stati di samadhi, sogno e sonno e cerca di approfondirsi. Ora gli necessita solo regolarità in continuità e intensità».

14 dicembre 1913 (pag. 346):
«Kamananda questa volta si è stabilito con successo nella notte, ma è solo occasionale nel sonno o in samadhi. [...] Gli ananda soggettivi, benché saldamente stabiliti, sono soggetti a oscurarsi soprattutto a causa delle perdita del senso della bellezza nell’adattamento di forma al guna. Se Brahman è visto nel guna di un volto che è ordinario o brutto, la bruttezza diventa bellezza all’occhio interiore e attraverso di esso alla vista esteriore; ma quando questo viene a mancare, gli ananda shiddha e prema falliscono per una temporanea caduta del cidghana. Anche premananda viene attaccata da vecchi samskara di relazione e non-relazione. Normalmente, in ogni caso, cidghana, ahaituka e shuddha sono manifesti in modo permanente; prema è generalmente nel priti, non così abitualmente nel bhoga. [...] Raudrananda, ahaituka e sukshma (materializzato), si sono stabiliti nel sistema per un po’ di tempo; vishayananda oggi ha ricevuto analoghi diritti nel corpo fisico e vaidyuta si sta regolarizzando, sebbene al momento sia più di tipo negativo che positivo. I cinque sharira ananda adesso si producono generalmente insieme, involuti nel principale tocco di beatitudine o espliciti e in accompagnamento ad esso; la concomitanza, tuttavia, non è invariabile. Premananda è nuovamente attivo e nei contatti individuali intenso. Il vishayananda soggettivo si sta liberando dei suoi occasionali oscuramenti».

15 dicembre 1913 (pag. 349):
«L’ananda del freddo sta crescendo mediante ripetute e continue esposizioni al vento freddo a corpo nudo. Solo una parte quasi subliminale del sistema nervoso si ostina nel samskara del disagio e nella reazione di muco nel naso. Questo muco riesce a materializzarsi, ma non al punto da imporsi nel sistema. Il disagio dell’esposizione al solleone sta anch’esso inabissandosi nella Prakrti subliminale. Oggi kamananda, sebbene talvolta intenso, si è perlopiù interrotto. Akasha rupa e samadhi sono cresciuti rapidamente».

16 dicembre 1913 (pag. 349):
«La condizione degli ultimi due giorni ha completato il suo scopo di stabilire in modo completo l’anandamaya nati; tutti i movimenti avversi vengono ora riconosciuti nell’intera natura come la volontà divina e accettati con ananda negativo, quando non addirittura positivo; il loro scopo viene percepito o, quando non percepito, dato per scontato».

23 dicembre 1913 (pag. 356):
«Vishayananda si è finalmente generato da sé soggettivamente nella ricezione della mente di tutte le azioni, vista, udito, tatto, ecc. — solo alcuni contatti che causano dolore e sconforto nel corpo resistono — e oggettivamente nella risposta fisica a tutte le esperienze. È ora manifesto negli altri contatti di ananda: raudra, tivra, kama, vaidyuta; sta diventando frequente in modo autonomo in contatti che generalmente apportano gli altri ananda; tuttavia, oggettivamente, non è ancora intenso o prolungato nei contatti ahaituka. Questo difetto adesso sta per essere guarito».

25 dicembre 1913 (pag. 360):
«Kamananda sta cercando da tre giorni di imporsi sul corpo, non come una circostanza, ma come una legge delle proprie attività. Questo pomeriggio è più forte in continuità di quanto sia stato nel passato».

26 dicembre 1913 (pag. 361):
«Kamananda ha preso ora possesso del sistema fisico al punto da essere percepito in intensità, o in azione sommessa [...], sicché il sistema non è condotto a dimenticare l’ananda».

27 dicembre 1913 (pag. 362):
«Tutti gli ananda fisici (ahaituka) sono ora saldi nel corpo; vaidyuta è ancora relativamente raro, vaishya a tratti intenso o prolungato, ma tutti e cinque ripetutamente presenti, kama e tivra entrambi intensi e prolungati, raudra sufficientemente intenso e talvolta prolungato. Tivra si sta espandendo localmente, kamananda ha iniziato a diffondersi in tipologia, raudra è normalmente diffuso; nessuno di essi, tuttavia, copre l’intera superficie del corpo nel medesimo momento, ma sono localizzati nei loro contatti particolari. Kama è molto più diffuso nei suoi singoli contatti. Tutti quanti stanno crescendo e stabilendo il loro dominio sul corpo sthula».

8 gennaio 1914 (pag. 377):
«Kamananda continua ostinatamente sebbene al presente sia incapace di stabilire una continuità ininterrotta nel corpo. Gli altri ananda fisici sono occasionali; tivra continua a crescere in intensità e spontaneità. L’ananda soggettivo è ora stabile e completo, incluso sakama prema. Finora il prema universale, anche quando diretto verso la forma materiale, era solo nel cuore; ora si è esteso all’intero sistema incluso il corpo».

19 marzo 1914 (pag. 391):
«Il puro ananda ahaituka ha iniziato un’azione occasionale in ogni parte del corpo, associato in genere con altre forme di bhoga».

7 aprile 1914 (pag. 429):
«Anandamaya Saguna si fa sempre più immanente in tutti gli oggetti e, cosa più difficile, in tutti gli esseri, alla visione cosciente. La visione di tutti i movimenti di sensazione come forme e vikara di Ananda-Cit-Sat è ora stabile, come anche il comprensivo Ananda-Akasha in cui tutte le cose si muovono, e delle azioni quali vikara di Ananda-Tapas».

28 aprile 1914 (pag. 456):
«La persistente ricorrenza di kamananda ha superato tutte le vecchie difficiltà particolari e al momento trova contro di essa solo la difficoltà generale ahaituka della precedente abitudine di non accadimento o piuttosto di accadimento sospeso. La persistente continuità non è ancora possibile, eccetto per brevi periodi».

4 maggio 1914 (pagg. 462-463):
«Kamananda manifesto in onde fluenti verso il basso e ascendenti verso l’alto, con una sorta di forte acutezza. Nel sahaituka tutti i cinque ananda sono manifesti, talvolta uno in prevalenza, talvolta due o tre, talvolta tutti i cinque insieme in un unico movimento da uno sparsha generativo. [...] La siddhi principale del giorno è stata un continuo kamananda che scorre nel corpo dal kamacakra e non più confinato al cakra».

5 maggio 1914 (pag. 463):
«La siddhi di kamananda procede con grande, quasi inarrivata rapidità. Ieri c’è stata una battaglia del roga che ha permesso il ritorno della febbre ecc. appoggiandosi sull’argomentazione che il corpo non è ancora pronto, ma è stato rigettato. Oggi c’è un costante, continuo ananda, sempre ricorrente, dapprima soltanto seduto, poi anche camminando; sta perfino iniziando a prodursi anche quando l’attenzione non è fissata sul corpo. Inizialmente l’ananda non era intenso nel corpo sthula, ma solo nell’azione del mezzo vyakta del pranakosha; e la capacità del corpo di sopportare un continuo e ininterrotto ananda pervasivo è stato fissato. Ora, mentre sono seduto, un continuo e intenso ananda viene profuso, con dharanashakti dietro nel corpo mentale che sostiene il pranakosha in questa attività. Così, rapidamente, il lipi “morte delle difficoltà” ripetuto per tutto il giorno si è avverato in questa importante siddhi per mezzo di una sorta di processo concentrato emergente dal più rapido progresso graduale».

6 maggio 1914 (pag. 464):
«Oggi kamananda è meno potente, ma ha una più grande tendenza d’intensità che talvolta si avvicina all’intensità maithuna; per un attimo l’ha raggiunta, ma è stato discontinuo. [...] Nel tardo pomeriggio e di sera kamananda è tornato di nuovo spontaneamente attivo».

9 maggio 1914 (pag. 468):
«Kamananda continua, libero da tutte le vecchie limitazioni, ma in attesa del potere del cakra karmico e del pieno adattamento del corpo prima di poter materializzare la sua libertà».

18 maggio 1914 (pag. 472):
«L’intensità dell’ananda soggettivo sta nuovamente cercando di affermare la propria dominazione universale e equità e questa volta con più grandi possibilità di successo, perché è intimamente associata con il crescente senso della Anandamaya Lila e il dasya integrale dell’essere».

27 maggio 1914 (pag. 480):
«Shuddananda e il senso della Suprema Bellezza in tutte le cose sta crescendo con la crescita del Mahalakshmi bhava, ma non è, come prima, sovrapotente e intollerante della percezione delle differenze nei guna della mentalità. Percepisce il volgare come volgare, l’ordinario come ordinario e al tempo stesso come divino e non-ordinario in quello che esprime».

10 giugno 1914 (pag. 485):
«La ricorrenza di intenso kamananda è ora persistente e normale. Solo la continuità è insufficiente. L’ananda soggettivo è quasi perfetto, al pari del samata positivo, ma non in intensità di estasi positiva (rabhas, radhas). La generalità dell’ananda oggettivo è stata restaurata; ma l’intensità del dolore fisico ancora sfugge la presa dell’Ananda. Più tardi, una iniziale continuità di intenso kamananda si è manifestata, ma in determinate condizioni di volontà, smarana, hetu e stato (per es. la postura seduta). Queste condizioni devono essere superate e la continuità deve essere resa ahaituka e incondizionata. L’intensità di ananda soggettivo attraverso gli indriya (Kutsa) sta nuovamente crescendo nel sistema; essa si alterna con la condizione di shanta samata, quest’ultima spesso colorata nelle parti più subcoscienti con udasinata».

11 giugno 1914 (pag. 487):
«L’ananda soggettivo sta gradualmente accrescendo l’intensità Kutsa. Tivra sta cercando di generalizzarsi in ahaituka. [...] Kamananda è al momento presente in qualsiasi postura, disteso, seduto, in piedi o camminando, con o senza lo stimolo di smarana o di hetu. Nell’essenza è perciò privo di condizioni, sebbene giunga più spesso con le condizioni di sostegno piuttosto che senza, e in modo più agevole. [...] L’unico ostacolo attualmente è il veicolo fisico, tanu, che non permette ancora la continuità dell’Ananda perché la parte della coscienza fisica retrostante non possiede lo shraddha nelle proprie possibilità. Questa coscienza deve essere purificata e illuminata affinché il corpo possa anch’esso cambiare la sua fiducia e le sue abitudini».

12 giugno 1914 (pag. 489):
«Kamananda si è prodotto nella volontà del corpo sukshma, ma è stato solo occasionale nello sthula, ieri, a causa del fatto che il corpo fisico ha mancato di reagire contro l’abitudine e ha soddisfatto la prova fatta. Sta ora cercando di guadagnare continuità e frequenza e intensità di ricorrenza. In questo tentativo trionferà rapidamente».

22 giugno 1914 (pag. 506):
«Ananda fermamente stabile nonostante le molteplici difficoltà».

24 giugno 1914 (pag. 512):
«Essenzialmente, lo smarana non è più indispensabile, ma viene ancora utilizzato per stimolare le attività di Ananda e abbreviare i periodi di interruzione e gli intervalli di discontinuità».

4 luglio 1914 (pag. 531):
«In aggiunta a tivra e kama, vaidyuta, vishaya e raudra sono ora ben stabiliti».

7 luglio 1914 (pag. 536):
«Anandam Brahma che abbraccia tutto in una esperienza continua — il quadruplice Brahman completo in una esperienza possente e tuttavia resa normale».

9 luglio 1914 (pag. 540):
«Kamananda adesso è molto più persistente nella sua ricorrenza, sebbene la persistenza è più intensa da seduto, minore in piedi o camminando. La concentrazione mentale tende a causare la sua sospensione».

10 luglio 1914 (pag. 543):
«Indriya Ananda (sahaituka vishaya) è ritornato a essere intenso in tutte le sue parti, specialmente nella prima che si è sviluppata: il gusto. Seguono l’udito e la vista».

12 luglio 1914 (pag. 549):
«Tutti gli ananda fisici stanno attualmente stabilendosi in spontaneità, frequenza e intensità».

15 luglio 1914 (pag. 555):
«C’è ora una più frequente intensità di kamananda camminando. Tivra cresce sempre in forza, qualità e durata. Gli altri ananda sono più intermittenti».

19 luglio 1914 (pag. 561):
«Frequenza di spontaneo ananda elettrico e iniziale estensione dell’interamente spontaneo tivra».

10 agosto 1914 (pag. 594):
«Kamananda è ora perfettamente stabilito in ricorrenza e in frequente continuità. Possiede intensità ed è inoltre indipendente dalla posizione, sebbene in qualche misura sia influenzato da vecchie abitudini. Sta diventando indipendente da smarana, ma non in modo così evidente. È più indipendente di quanto appaia. [...] Gli altri ananda fisici sono più soggetti a vecchie memorie e abitudini e troppo dipendenti da smarana. L’unica vera eccezione è costituita da tivra, ma solo in determinate parti del corpo».

20 agosto 1914 (pag. 606):
«L’ananda fisico è stato sottoposto a duri test, ma la sua stabilità e intensità non ha conosciuto cedimenti. La sua permanente continuità ha resistito vittoriosamente».

29 settembre 1914 (pag. 630):
«Estrema intensità di kamananda, ma il corpo si è mostrato incapace a sopportarlo».

1° novembre 1914 (pag. 664):
«Ananda Brahman è attualmente una parte assolutamente normale della darshana. Contiene in modo implicito Anandamaya Purusha».

8 dicembre 1914 (pag. 724):
«L’ananda fisico progredisce. Kamananda è diventato forte la sera ed è continuato in questo modo con una sola piccola pausa fino al momento del sonno».

9 dicembre 1914 (pag. 725):
«Moti di dolore e di disagio in precedenza percepiti come acuti, adesso veicolano l’Ananda».

10 dicembre 1914 (pag. 728):
«La libertà del corpo nell’ananda è ormai assicurata, perfino raggiunta e deve solo essere applicata in modo uniforme».

14 dicembre 1914 (pag. 740):
«Oggi kamananda è più intenso di quanto lo sia stato prima d’ora».

16 dicembre 1914 (pag. 747):
«Grande sviluppo di tivra; continuo in ricorrenza, persistente, ahaituka, interamente spontaneo, frequente. Nel resto del corpo sta incominciando ad assumere tale carattere, mentre risponde in modo acuto a sukshma hetu [stimoli sottili]. Raudra è meno continuo, ma ha comunque acquisito una certa continuità, completa spontaneità e grande intensità. Cresce rapidamente in forza di continuità. [...] Intenso ahaituka vaidyuta si è inoltre rapidamente stabilito. È già capace di continuità. Kamananda è nuovamente intenso e continuo. I cinque Ananda stanno preparandosi a prendersi per mano. Ahaituka Vishaya è manifesto ma in congiunzione con gli altri. [...] Gli ananda soggettivi stanno anch’essi preparandosi per una brihat universalità e sajatyam, soprattutto Prema, Kama, Cidghana nella finale visione dell’Anandamaya Ishvara universale, che si è improvvisamente manifestato».

17 dicembre 1914 (pag. 750):
«Ananda è compiuto, ma ora deve organizzarsi».

24 aprile 1915 (pag. 830):
«Anandam Brahma confermato nella sua completezza generale.

Rinnovamento di tutti gli ananda inglobati insieme nello shuddha. [...]
Prima completa spontanea e prolungata intensità di Vaidyuta (ieri)».

2 giugno 1915 (pag. 859):
«Gli ananda fisici (sahaituka) continuano a guadagnare forza e normalità. Gli ananda ahaituka sono frequenti e ricorrenti. Raudra oggi è molto frequente e prolungato».

13 giugno 1915 (pag. 869):
«Tutti gli ananda fisici ahaituka e sahaituka sono progrediti enormemente».

25 giugno 1915 (pag. 879):
«Ananda è ora completo e organizzato, soggettivo e fisico; solo la continuità dell’intensità deve essere acquisita. La continuità sta incominciando in tutti gli ananda fisici».

Una volta radicate le fondamenta, non attende che sviluppare in modo naturale l’intera costruzione. Così, dopo quattro anni di progressivo sviluppo, Sri Aurobindo può constatare, il 26 giugno 1919 (pag. 1100):
«Ananda Ishvara è ormai confermato, eccetto nella percezione della mentalità che non è ancora collegata con l’anandamaya ideale».

A questo punto, è lo stesso Ananda divino che combatte progressivamente le resistenze psicofisiche che incontra sul cammino — 27 giugno 1919 (pag. 1101):
«Il dolore e il disagio sono stati fortemente assunti dall’Ananda. Oggi ogni dolore e disagio, i dolori molto acuti e dotati di una qualche persistenza, e i disagi massicci e opprimenti, sono stati permeati dall’Ananda».

15 gennaio 1927 (pag. 1253):
«Le prove che il Potere agisce sul corpo sono principalmente dovute allo sviluppo dell’Ananda e al controllo di alcuni funzionamenti».

In definitiva, la trasformazione è essenzialmente il passaggio dalla sofferenza alla divina Gioia.