LA DISTILLAZIONE DEI PROFUMI

La distillazione di fragranze è conosciuta in India da tempi antichissimi. Essi erano principalmente di due tipi: tirtha (profumi) egandha (olii essenziali). Molti profumi attualmente esistenti erano conosciuti in India fin dall’antichità. In occasione dell’incoronazione di sovrani, o in qualunque altra occasione di buon auspicio era abitudine farne uso.

L’olio di sandalo veniva usato in occasione di bagni cerimoniali. In un testo greco del I secolo a.C., Periplo menziona il sandalo come uno dei prodotti importati dall’India. Il termine sandalo deriva dal latino Santalum Album o Santalacae, a sua volta derivato dal sanscrito chandana.
Anche il muschio è un profumo originariamente estratto in India, il cui termine sanscrito è muska.
C’è poi il tamarindo, utilizzato perlopiù per preparati medici. Il latino Tamarindus Indica deriva dall’arabo Tamr-hindi che significa ‘dattero dell’India’ (mentre in sanscrito il frutto si chiama amlica).
La canfora è un preparato che oggi viene utilizzato per preservare gli indumenti dalle tarme (o, in India, con le medesime funzioni dell’incenso durante le preghiere), ma nel passato era usato anche in farmacia. La parola latina Camphora deriva dall’arabo Kafur, a sua volta derivato dal sanscrito karpuram.
Il nardo è un olio aromatico piuttosto costoso, estratto da un’erba indiana conosciuta in sanscrito con il nome di jatamansi, presente sullo Himalaya. Plinio, il celebre storico romano, scrisse che il nardo era considerato molto prezioso a Roma e veniva conservato da persone molto facoltose in vasi di alabastro.
Sui monti himalayani si trovavano altre erbe molto usate presso gli antichi romani per scopi culinari o come profumi. Qui ci siamo limitati a indicare quelle che ancora oggi vengono utilizzate.