Ho “incontrato” Satprem per la prima volta ventisei anni addietro, leggendo la sua Trilogia su Mère e L’avventura della Coscienza. Allora mi si è spalancato un mondo: ho sentito immediatamente che quella era la mia via spirituale, che “Quello” era il Divino, aspettato da tempo.
Poi lessi l’Agenda, che sempre di più mi convinceva di avere finalmente trovato la strada giusta. E la figura di Satprem “saltava” fuori dalla pagina come un “affettuoso rompiscatole” sempre alle prese con dubbi e incertezze che Mère amorevolmente accoglieva. Ne usciva l’uomo e come tale l’ho sempre considerato, teso verso la perfezione, senza mai raggiungerla.
Poi ho letto i Carnets. C’è tanto amore in quei Taccuini, tanto fuoco e molta sofferenza. Ha proseguito il “Lavoro” di Mère e di Sri Aurobindo da uomo, offrendo il suo corpo e la sua anima assolutamente umani alla trasformazione.
Ora non è più tra noi, ma certamente il “suo lavoro” ha lasciato una traccia importante nel corpo terrestre, perché nulla passa su questa terra senza lasciare traccia.
La favola bella annunciata da Mère e da Sri Aurobindo si realizzerà. Di questo sono certa.
A Satprem la mia gratitudine e il mio amore per tutto quello che mi ha fatto conoscere.
Era uno di noi, che avesse l’ombra (tanto cara a Boni e a Luc Venet) o no, ha poca importanza. Nel dono che ci ha lasciato è la sua grandezza!
Marcella Mariotti
10 luglio 2007