ESPERIMENTI

CHIMERICI


I membri della Commissione per la scienza e la tecnologia britannica hanno proposto che embrioni umani possano essere impiantati negli animali a scopo di ricerca.
Nel rapporto si afferma che i cosiddetti “esperimenti chimerici”, ovvero la fusione di geni umani e animali, potrebbero aprire la strada a ricerche preziose e altamente etiche.

All’università di Stanford, in California, il biologo molecolare Irving Weissman ha inserito cellule cerebrali umane nei feti di alcuni topi, creando un roditore le cui cellule staminali sono dal punto di vista generico umane all’uno per cento. La finalità dichiarata di tali ricerche è creare animali il più possibile vicini agli uomini per studiare e produrre farmaci più efficienti.

È il trionfo della neo-eugenetica, volta alla creazione di ibridi umano-animali.
A sentire gli scienziati, questi esperimenti servono a offrire un migliore modello di ricerca per testare nuovi farmaci o per far crescere parti da trapiantare negli uomini. Mentre dell’ignobile destino riservato a queste chimere artificiali non sembrano minimamente preoccuparsi.

Già da tempo in campo chirurgico vengono trapiantati organi animali nel corpo umano (ad esempio valvole difettose del cuore umano sostituita da quelle di vacche e maiali), così come ormai già da tempo gli scienziati aggiungono geni umani ai batteri e agli animali da allevamento. Ora però si tratta di fondere cellule staminali umane e embrioni animali per creare delle specie ibride.
William Cheshire, professore di neurologia in Florida, pur partecipando attivamente a simili esperimenti ha espresso qualche perplessità di merito: «Si sta per intraprendere un territorio ancora inesplorato, con tutti i rischi e i pericoli che ne conseguono. Dobbiamo stare molto attenti a non violare l’integrità della vita umana e animale perché rischiamo di provocare un danno irreparabile all’ecosistema».

Come si diceva, i ricercatori sostengono che più riusciranno a rendere gli animali ‘umani’, più saranno in grado di controllare i mali dell’uomo, di testare nuovi farmaci, di produrre tessuti e organi per i trapianti. Quello che non dicono è che esistono alternative altrettanto promettenti e di gran lunga meno invasive, inclusi modelli al computer, cultura di tessuti in vitro, nanotecnologia e protesi che possono sostituire i tessuti umani e gli organi.

Il premio nobel Ed Lewis inaugura nel 1995 la bottega degli OGM modificando chimicamente il DNA della drosofila (il comune moscerino della frutta), ottenendo dei mutanti con zampe al posto delle antenne e con quattro ali in luogo di due.

Nel 1997, all’Università della California di San Francisco, il gruppo guidato dal biologo Roger Pedersen trasferisce nuclei di cellule umane all’interno di ovociti di scimpanzè e gorilla. L’esperimento fallisce.

Lo stesso anno, nell’istituto californiano di neuroscienze di San Diego, il neurobiologo Evan Balaban trapianta cellule nervose dall’embrione di una quaglia nell’embrione di un pollo, ottenendo un animale che cinguetta come la quaglia ma che muove la testa come una gallina.

Nel 2001, un gruppo di ricercatori della facoltà di medicina dell’università di Shanghai, guidati dalla dottoressa Huizhen Sheng, crea una chimera fondendo cellule epiteliali umane (quelle dei tessuti epidermici) con ovuli di coniglio.

Nel 2002 alcuni ricercatori dell’università del Nevada mettono a punto una nuova tecnica per la creazione di ovini con organi in parte umani. Nasce una “chimera”, un organismo composto da cellule umane e animali.

Nel 2003, scienziati cinesi della Shanghai Second Medical University hanno fuso cellule umane con uova di coniglio. Mentre presso i “Centri per la riproduzione umana” di Chicago e New York un gruppo di scienziati guidato da Norbert Gliecher ottiene la fusione di due embrioni umani di sesso diverso per creare una “chimera ermafrodita”.

Nel 2004 un team nippo-americano annuncia la creazione di animali transgenici mediante sperma geneticamente modificato cresciuto in laboratorio. Nello stesso anno i ricercatori cinesi dello “Xinjiang Jinniu Biology Co. Ltd.” annunciano di avere inserito una cellula presa da un orecchio di una antilope in un ovulo di capra, la quale ha partorito una antilope clonata.

Nel 2006, alcuni ricercatori della Mayo Clinic, nel Minnesota, hanno creato in laboratorio dei maiali con sangue umano.

Alcuni ricercatori stanno meditando sulla creazione di un uomo-scimpanzè. È l’esperimento più ambito, in quanto gli scimpanzè sono molto simili a noi: condividiamo con loro il 98% dei geni e uno scimpanzè adulto ha le stesse capacità mentali di un bambino di sei anni. Fondendo un embrione umano con uno di scimpanzè si creerebbe una creatura che apre ipotesi assai preoccupanti. Verrebbe utilizzato per i lavori più pesanti o per le attività più pericolose? E come conciliare questi esperimenti con le più recenti scoperte sulla ‘specie’ scimpanzè (vedi in proposito il nostro articolo intitolato Homo Scimpanzè).

«La tecnologia sta avanzando molto più rapidamente della regolamentazione», dice Osagie Obasogie del Center for Genetics and Society, con base a Oakland, che si oppone agli esperimenti chimerici. Anche Doug Melton, un ricercatore di Harvard che sta combattendo contro la donazione di ovuli per la ricerca sulla clonazione tesa a creare cellule staminali embrionali umane in uova di coniglio, osserva che «la prospettiva di far nascere delle chimere è a dir poco inquietante».

Con la tecnologia chimerica, gli scienziati avranno il potere di riscrivere la saga evolutiva, diffondendo parti della nostra specie nel resto del regno animale e fondendo le altre specie con i nostri geni, creando nuove sotto-specie umane e super-specie (mentre una delle ipotesi confortanti concerne la possibilità di ricreare specie estinte per opera dell’uomo).

Siamo sulla cuspide di un rinascimento biologico o piuttosto stiamo spargendo i semi di una distruzione di massa?