testo di Satprem
tradotto e adattato da Tommaso Iorco
e musicato da Americo Piaggesi
Laggiù nel vento, viveva
un antenato della Patagonia
che sorrideva in attesa.
Abbiamo tanto corso e cercato
la guarigione di tutto,
ma niente sarà mai guarito finché la morte perdura!
Bisogna guarire dalla vecchia abitudine di morire,
bisogna trovare il nuovo modo di vivere.
Ma per lo meno, ci saranno ancora
tanti di quei millenni a venire
— settemilasettecento anni dopo
un’antica Amata rimane.
E un vecchio amante selvaggio e dimentico
che resta a guardarla e che corre per mari
per poterla trovare di nuovo.
Vorrei poter accarezzare i suoi capelli ancora e sempre.
Laggiù nel vento, viveva
un antenato della Patagonia
che sorrideva in attesa.
Abbiamo tanto corso e cercato
la guarigione di tutto,
ma niente sarà mai guarito finché la morte perdura!
Bisogna guarire dalla vecchia abitudine di morire,
bisogna trovare il nuovo modo di vivere.
Ma in verità ognuno di noi anela
o forse ognuno di noi cede
al suo Capo di buona o cattiva Speranza.
Io ora ho scelto la speranza e voglio
immergermi a fondo nelle sue correnti
per trarre la Vita Nuova dal ventre
della Grande Dea della schiuma
e la piccola risacca d’amore m’ha colto nuovamente
nell’incavo della sua onda.
Laggiù nel vento, viveva
un antenato della Patagonia
che sorrideva in attesa.
Abbiamo tanto corso e cercato
la guarigione di tutto,
ma niente sarà mai guarito finché la morte perdura!
Bisogna guarire dalla vecchia abitudine di morire,
bisogna trovare il nuovo modo di vivere.
Ma infine la Morte è morta
e gli uomini hanno concluso la loro vecchia storia mortale;
un Canto Nuovo sulla terra è nato,
un battito altro che non si chiude nella vecchia pena,
una Vita nuova scorre sotto i nostri passi.
Bisogna imparare questa vita nuova.
[testo estratto dal libro
Mémoires d’un Patagonien
pubblicato nel 2002 dalle Éditions Robert Laffont
e scritto da Satprem nel 2001;
il testo di questa canzone è un adattamento di
vari passaggi poetici contenuti nel romanzo
(vedi pagine 24/28/62-63/92-93)]