«Caro Iorco, ho letto la Sua nuova raccolta di versi
con molto piacere e ammirazione.
Mi piace molto la Sua scelta metrica regolare,
sempre usata con perfetta misura
(i sonetti sono esemplari)
ma è da dire subito che il valore del discorso
e sempre altissimo e sicuro.
Giorgio Barberi Squarotti»
(massima autorità vivente di critica poetica italiana,
riconosciuto a livello internazionale,
Barberi Squarotti ha diretto la stesura del
“Grande dizionario della lingua italiana” dell’Utet
a cui è affidato il suo nome,
insieme con una serie numerosa di studi critici
su autori come Dante, Boccaccio, Ariosto, Machiavelli,
Tasso, Marino, Alfieri, Leopardi, Manzoni,
Pascoli, Verga, d’Annunzio).
Commenti entusiasti sono giunti non solo dai critici, ma anche e soprattutto dai lettori, sempre attenti e appassionati. Ne citiamo uno per tutti, particolarmente notevole per intensità e stringatezza:
Tommaso, la tua “Rubedo” è bellissima, come tutto il resto.
Non sono un critico letterario o una scrittrice, però dico che hai avuto cuore e coraggio.
Mentre leggevo i tuoi versi pensavo a un frammento di Archiloco (1 Diehl):
“Io sono servo del signore Enialio
e delle Muse l’amabile dono
conosco”
Perfetto.
Camilla Pozzi
Ma per capire fino in fondo le parole raffinate e profonde di Camilla Pozzi, occorre ricordare in primo luogo che Archiloco fu un poeta rivoluzionario, le cui innovazioni diedero inizio a una nuova poesia nell’antica Grecia; inoltre, Enialio (Enyalios in greco) era il soldato delle Muse. Tutto ciò ben si addice allo stile rivoluzionario e battagliero della poetica di Tommaso Iorco, che sa essere al tempo stesso vigorosa e delicata.
Ricordiamo inoltre che nel 1996 una lirica ora contenuta nella silloge — “Contrasti”, pag. 21 —, ha ricevuto un premio di poesia direttamente dalle mani del compianto Edoardo Sanguineti che, oltre a congratularsi direttamente con l’Autore, scelse personalmente fra migliaia di autori partecipanti al “Premio Genovantasei” due sole liriche: quella di Tommaso appena citata e, ci piace ricordare, quella di una poetessa.
Nel 2009 il compositore Filippo Santoro, innamorato dei versi e della musicalità riscontrati ne L’opera della fenice, ha voluto creare un’opera per trio d’archi (violino, viola, violoncello) e soprano su cinque liriche presenti in questa raccolta poetica —
Mentre nel 2010 ha intrapreso un nuovo progetto compositivo, particolarmente ambizioso, per soprano e orchestra, sul sonetto “Traversata” —
Il M° Santoro ha inoltre in cantiere, per il 2011, la realizzazione di un’opera per orchestra da camera (flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello, pianoforte, percussioni) e voce su una o due altre liriche contenute nella medesima silloge.
dalla IV di copertina:
Poeta e drammaturgo, Tommaso Iorco si è spesso esibito come attore e regista teatrale.
Nel 1989 ha fondato aria nuova, associazione culturale no profit.
Ha al suo attivo spettacoli quali La luce della memoria (2003), Magna Mater (2000), Vande Mataram (1997), Pangea (1994), Una stagione all’inferno (1993).
Nel 1995 ha realizzato un video, Kaosmos, accolto presso la Galleria d’Arte Moderna di Torino.
Profondo conoscitore della cultura sapienziale indiana, ha pubblicato saggi — ricordiamo in particolare il monumentale Dai Veda a Kalki (2003) — e traduzioni, tra le quali spiccano quella del Rig Veda (1998) e la compilazione umoristica La risata divina (2000).
La presente silloge, L’Opera della fenice, è una sorta di canzoniere spirituale e rappresenta il suo terzo testo poetico, dopo il poemetto simbolico Amritagni (1996) e il dramma lirico Alkesti (2001).
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