Per gentile concessione,
pubblichiamo la traduzione (curata dal nostro staff)
di un articolo della scrittrice indiana Sunayana Panda,
apparso sulla rivista‘Sabda’ nel maggio del 2008.
Sunayana ha studiato presso lo
“Sri Aurobindo International Centre of Education”
e ha collaborato alla messinscena di molte
opere drammaturgiche di Sri Aurobindo
È inoltre autrice di alcune biografie.
L’articolo riesce a focalizzare molto bene
alcuni punti centrali relativamente all’attuale
scarsa conoscenza delle poesie di Sri Aurobindo.
Ricordiamo che l’edizione dei
“Collected Poems of Sri Aurobindo”,
ovvero l’insieme delle sue composizioni liriche,
inizialmente (vale a dire fino agli anni Cinquanta)
comprendeva quasi unicamente le poesie giovanili
di Sri Aurobindo; solo in seguito è stata
progressivamente corredata con le composizioni
della maturità, fino all’ultima edizione critica
del 2009, in cui sono state inserite la totalità delle liriche
(comprese quelle ritrovate postume).
Perciò, è opportuno tenere a mente che
quando nell’articolo si parla dei“Collected Poems”,
si fa riferimento alle prime edizioni, in cui il meglio
della poesia mistica di Sri Aurobindo
non era ancora stato incluso.
Sri Aurobindo si considerava innanzitutto un poeta, ma per una qualche ironia del destino questo aspetto della sua vita risulta il meno conosciuto. Dell’intera sua produzione poetica l’opera più letta risulta essere Savitri, ma appartenendo questa epopea alla categoria dell’espressione mantrica e non semplicemente alla composizione poetica, preferisco lasciarla al di fuori di questo articolo. Intendo analizzare unicamente il volume delle sue Poesie liriche perché esso è ancora relativamente sconosciuto, perfino tra i suoi discepoli.
La poesia è davvero una completa espressione di bellezza, poiché combina insieme molti differenti aspetti della bellezza: bellezza di suoni, di immagini, di pensiero, di emozioni e di espressione. Eppure, sfortunatamente, per molte persone in India [esattamente come accade in Italia, n.d.r.] la parola “poesia” evoca solo ricordi della loro educazione scolastica. Tali ricordi spesso possiedono nel sottofondo la voce di un insegnante poco simpatico oppure sono legati alla sensazione penosa del doversi confrontare con parole incomprensibili o arcaiche. Molti ritengono necessario dire addio alla poesia nel momento in cui la formazione scolastica giunge a conclusione. Questo è probabilmente il motivo per cui la poesia generalmente non ha uno spazio nelle proprie letture personali.
Un insieme di fattori ha reso le poesie di Sri Aurobindo molto poco apprezzate. Innanzitutto, fra i suoi ammiratori, soprattutto quelli indiani, ve ne sono pochi che abbiano una sufficiente familiarità con le sottigliezze della poesia inglese. In secondo luogo, anche fra quanti traggono piacere dal leggere poesia, un numero ancora più esiguo si indirizzerebbe verso le liriche raccolte nei Collected Poems of Sri Aurobindo, non appartenendo esse al tipo di poesia al quale il lettore moderno è avvezzo. Pertanto, per quanti non conoscono sufficientemente Sri Aurobindo, la reputazione dei suoi scritti in prosa come testi piuttosto difficili da comprendere senza avere effettuato un adeguato approfondimento, induce con ogni probabilità a ritenere che Egli debba essere incomprensibile agli uomini comuni. Può perfino esserci una sorta di sensazione nelle loro menti che Egli magari abbia composto poesia come un passatempo, prima di diventare uno yogi.
Dobbiamo invece tenere ben presente che quando sfogliamo i Collected Poems of Sri Aurobindo ci troviamo di fronte al lavoro di un Autore che ha iniziato a scrivere poesia sul finire del XIX secolo e, per giunta, in Inghilterra. Sri Aurobindo ha vissuto in Inghilterra fin dalla sua prima giovinezza. Non soltanto frequentò la St.Paul’s School, una delle più rinomate scuole inglesi, ma studiò anche a Cambridge, nel prestigiosissimo King’s College. Pertanto, le sue prime liriche difficilmente possono essere considerate come la creazione di un indiano. Egli ha vissuto tutta la sua infanzia in Inghilterra e per lui l’inglese costituiva la sua lingua naturale di comunicazione. A Cambridge ebbe modo di studiare il greco antico e il latino, sia per quanto riguarda la prosa sia la poesia, e venne educato a tradurre queste due lingue in inglese e viceversa. Era quindi padrone di una forma espressiva molto elevata — in prosa e in poesia — prima che tornasse in India. E in simili studi Egli era completamente immerso durante gli ultimi anni del suo soggiorno in Inghilterra.
La poesia inglese costituiva una parte notevole della propria educazione e, di conseguenza, ha contribuito notevolmente alla propria formazione mentale. Nel tardo Ottocento, una scuola come la St.Paul’s insegnava greco e latino fin dai livelli scolastici più elementari e la letteratura costituiva la principale materia. Sebbene vi fossero materie come la matematica, la scienza non era ancora entrata nel programma di studi. L’educazione per le classi elevate inglesi era strutturata nell’acquisizione di una cultura generale, nella quale la poesia aveva un ruolo di primaria importanza e veniva comunemente studiata anche nelle università. Era un’epoca in cui la scienza, il commercio e la tecnologia erano considerate di gran lunga inferiori alla letteratura. Perciò, avendo studiato poesia in modo così approfondito, per Sri Aurobindo fu una conseguenza naturale iniziare a comporre proprie liriche.
Un altro punto da tenere presente quando leggiamo la Sua poesia, consiste nel fatto che il suo stile appartiene a una età in cui la poesia aveva tutt’altre caratteristiche di quella attuale. La poesia dell’età tardo-vittoriana possedeva degli ideali peculiari e un suo preciso posto. Questo stile è scomparso dalla scena mondiale dopo le due guerre mondiali. Ciò che accadde alla poesia fu simile a quanto accadde a tutta quanta l’arte in generale. La prima guerra mondiale ha prodotto la rottura con un certo tipo di sensibilità e, con la fine della seconda guerra mondiale, l’intero scenario terrestre ne è uscito mutato. Nel dominio dell’arte è avvenuto un deliberato allontanamento dal realismo e dallo stile che gli artisti avevano fino allora utilizzato per esprimersi; l’enfasi veniva ora posta sulla soggettività piuttosto che sulla oggettività. Le poesie moderne sono simili alla pittura dei nostri tempi: sono opere astratte e rifuggono tutto ciò che possa limitare i confini espressivi. Gli artisti moderni, compresi i poeti, non cercano principalmente l’espressione della bellezza nelle loro creazioni. Il principale obiettivo è rappresentato da un’idea, un sentimento, una impressione. E nello stesso modo in cui un pittore non necessita più di un bagaglio che gli fornisca una solida perizia tecnica acquisita dopo lunghi anni di esercizio (in realtà non ha nemmeno bisogno di saper disegnare), anche al poeta non interessa più conoscere la giusta sequenza fra accenti brevi e lunghi, né padroneggiare il metro e la rima.
Sri Aurobindo non ha mai scritto poesia come un passatempo da relegare ai pomeriggi domenicali. Le Sue opere sono creazioni di un Poeta eccelso che richiede ai suoi lettori la conoscenza di quanto sta dietro ai suoi versi. E questo può diventare un altro possibile ostacolo. Anche nel caso in cui una persona possegga l’inclinazione a leggere un sonetto o un intero poemetto, troverebbe arduo comprendere non soltanto il vocabolario ma anche le allusioni e i riferimenti alla mitologia greca o indiana, che spesso costituisce un substrato nelle liriche di Sri Aurobindo. Questi riferimenti letterari e culturali erano un tempo normali per una persona sufficientemente acculturata, ma generalmente non fanno più parte del moderno sviluppo intellettuale di un individuo moderno. In altre parole, occorre possedere una certa preparazione del contesto per poter gustare appieno la lettura di talune poesie. E questa preparazione deve anche includere una certa familiarità con lo yoga di Sri Aurobindo, al fine di cogliere il significato della stragrande maggioranza delle Sue liriche più mature, inclusi la maggior parte dei sonetti.
L’elemento più affascinante di tali liriche è che furono scritte non soltanto in luoghi diversi, ma anche durante le varie fasi di una vita che, attraverso i decenni, ha subito drastici cambiamenti. Le sue poesie giovanili sono comprese fra il 1890 e il 1892. In quegli anni Sri Aurobindo era studente a Cambridge, dove approfondiva le sue conoscenze letterarie e preparava gli esami. La fase successiva della sua creazione poetica ebbe luogo a Baroda, dove egli insegnava presso l’università e poteva consacrare parte del suo tempo alla poesia. Alcune poesie furono scritte nel bel mezzo della sua attività rivoluzionaria, a Calcutta; alcuni versi vennero perfino composti in prigione. La parte restante è stata scritta a Pondicherry, al sommo delle sue realizzazioni yogiche e mentre era occupato in una intensa attività interiore. In sintesi, Sri Aurobindo iniziò a scrivere poesia da ragazzino e proseguì per l’intero corso della sua vita, fino all’ultimo.
I poemi giovanili sono contraddistinti dall’influenza dei poeti da lui più letti e ammirati, ma presto egli sviluppò un proprio stile inconfondibile. Aprendo i Collected Poems of Sri Aurobindo si ha la sensazione di introdursi in un giardino segreto: così tante cose vi sono da scoprire nel segreto. Le prime liriche traboccano di immagini e di emozioni e possono essere ammirate per il loro godimento visivo. Mentre i sonetti, in particolare i più tardi, sono quasi tutti scritti utilizzando sorprendentemente la prima persona. La parola “io” compare in continuazione. Sì, questi versi eccezionalmente personali sono stati scritti dall’autore di opere supremamente impersonali come The Life Divine e The Synthesis of Yoga.
Potremmo a questo punto cercare le motivazioni meno evidenti per cui un libro talmente meraviglioso sia rimasto così poco conosciuto. Come sovente accade quando si cerca qualcosa con sincerità, siamo sempre guidati nel cogliere le risposte. Sono caduta su questo passaggio contenuto in Sri Aurobindo on Himself, dove egli stesso offre la propria risposta alla domanda:
«È possibile che l’atmosfera generale dell’epoca tardo-vittoriana in declino, se di declino si può parlare, abbia contribuito a foggiare la mia creazione e certamente essa reca lo stampo del tempo in cui venne scritta. Da un punto di vista del riconoscimento, è una sfortuna che la mia poesia giovanile che forma il nucleo dei “Collected Poems” appartenga al passato e abbia poche speranze di ottenere un qualche riconoscimento ora che l’atmosfera estetica è cambiata in modo così violento, mentre la più recente produzione di poesia mistica e di “Savitri” appartiene al futuro e dovrà verosimilmente attendere il riconoscimento di un qualche suo valore a seguito di un ulteriore mutamento epocale.»
SRI AUROBINDO - 4 maggio 1947
Così come le due guerre mondiali hanno mutato “l’atmosfera artistica”, forse un qualche altro evento o sviluppo nella coscienza umana porterà a quell’altro mutamento cui Sri Aurobindo fa riferimento, cosicché la sua produzione di poesia mistica, congiuntamente a Savitri, potrà godere di un adeguato riconoscimento e di un generale apprezzamento presso il lettore comune. Ma, per fortuna, noi che lo conosciamo non abbiamo bisogno di attendere quel giorno. Possiamo aprire l’edizione delle sue Poesie e deliziarci delle multivariegate emozioni, qui in piena fioritura, di un Autore con il cui elevatissimo pensiero abbiamo generalmente una certa dimestichezza. Probabilmente, approfondire i sentimenti che Egli esprime attraverso la sua poesia può perfino aiutarci a comprendere meglio il suo pensiero.
È anzi estremamente probabile che la nostra conoscenza dello Sri Aurobindo filosofo possa rimanere fortemente menomata senza la conoscenza dello Sri Aurobindo poeta.
Sunayana Panda