COMMENTO CRITICO
DI GIORGIO BÁRBERI SQUAROTTI
SU LILA
Il prof. Giorgio Bárberi Squarotti, come è noto, è il maggiore critico vivente di poesia italiana.
Nato nel 1929 e allievo di Giovanni Getto, è autore di un numero pressoché infinito di pubblicazioni di critica poetica, in uso presso scuole e università e riconosciute in tutto il mondo.
È perciò con particolare soddisfazione che riceviamo (e pubblichiamo qui sotto) il suo commento critico al poema epico LILA di Tommaso Iorco.
«Ho letto, a poco a poco, lentamente, il poema LILA. Aspira alla totalità, e la scommessa è vinta. Riesce a coinvolgere miti e filosofia, visione e meditazione, moralità e afflato alla verità e al sacro rinnovato e restituito al mondo. L’endecasillabo è perfetto nella sua varia scansione. È una nuova e attualissima teogonia nell’affollarsi dei simboli e dei concetti e nello slancio del ritmo sempre alacre e, al tempo stesso, rigoroso.»
Giorgio Bárberi Squarotti
(15 settembre 2012)
BIOGRAFIA DI GIORGIO BÁRBERI SQUAROTTI,
DALL'ENCICLOPEDIA UNIVERSALE TRECCANI —
Bárberi Squaròtti, Giorgio.
Critico letterario e poeta italiano (n. Torino 1929). Prof. di storia della letteratura italiana moderna e contemporanea nell'università di Torino, si è distinto per una intensa operosità di studioso, capace di spaziare da Dante a Machiavelli, da Tasso a Manzoni, da Verga a Gozzano, dedicando attenzione anche alla letteratura contemporanea.
PENSIERO E OPERE
L'interesse di Bárberi Squarotti si è volto al rinnovamento delle forme poetiche nelle avanguardie europee e americane (Astrazione e realtà, 1960) e soprattutto agli sviluppi della letteratura italiana dalla fine dell'Ottocento a oggi (Poesia e narrativa del secondo Novecento, 1961; La narrativa italiana del dopoguerra,1966; La cultura e la poesia italiana del dopoguerra, 1966; Camillo Sbarbaro, 1971; Gli inferi e il labirinto, 1974). Oltre che nei fondamentali saggi su Pascoli (Simboli e strutture della poesia pascoliana, 1966; La simbologia di Giovanni Pascoli, 1990) e su D'Annunzio (Il gesto improbabile, 1971; Poesia e ideologia borghese, 1976; Invito alla lettura di Gabriele D'Annunzio, 1982), il carattere della sua ricerca critica è più facilmente riconoscibile negli interventi su Manzoni (Teoria e prove dello stile del Manzoni, 1965, e Il romanzo contro la storia, 1980) e nei saggi raccolti in Dall'anima al sottosuolo (1982). Tra le sue altre opere si ricordano: Parodia e pensiero: Giordano Bruno, 1997; Le capricciose ambagi della letteratura, 1998; L'orologio d'Italia: Carlo Levi e altri racconti, 2001; Addio alla poesia del cuore, 2002; I miti e il sacro. Poesia del Novecento, 2003; La teoria e le interpretazioni, 2005; Il potere alle donne, 2011. Alla finezza delle analisi del critico, corrisponde la complessità, talvolta impervia, di una poesia coltissima (La voce roca, 1960; La declamazione onesta, 1965; Il marinaio del Mar Nero e altre poesie, 1980; Visioni e altro, 1983; Dalla bocca della balena, 1986; In un altro regno, 1990; La scena nel mondo, 1994; Le vane nevi, 2002).