SUBL(im)AZIONE
(un breve e intrigante approfondimento terminologico)



Nel glossario posto al fondo del volume La vita divina (per la precisione, a pag. 1414) esiste una nota riferita al termine inglese sublate, posto in una qualche relazione con il vocabolo tedesco aufheben impiegato da Georg Wilhelm Friedrich Hegel nei propri scritti. Proviamo dunque ad approfondirne le implicazioni.

Partiamo dal significato offerto dal “Dizionario di filosofia” edito da Treccani:

Aufhebung – Sostantivo tedesco dal verbo aufheben, che ha duplice significato di «togliere via, eliminare» e di «sollevare, conservare». Con questo termine Hegel esprime il carattere peculiare del processo dialettico, il quale «nega», «supera» un momento, una categoria, ecc., e, al tempo stesso, lo «eleva» e «conserva» in un ulteriore momento, in un’ulteriore categoria, che quindi ne è l’inveramento e il completamento. La negazione dialettica di un momento ne annulla dunque soltanto l’immediatezza, e in effetti lo riafferma e lo compie in un grado superiore di svolgimento.

Nell’accezione conferita da Hegel, tale termine indica il procedimento della dialettica che, al contempo, preserva ciascuno dei suoi momenti (li accantona, nel senso di mettere da parte per utilizzarli in seguito). Il termine è difficilmente traducibile: in italiano, si ricorre perlopiù a "superamento", come pure a “sublimazione” (come abbiamo deciso di fare noi) o talvolta addirittura a “sublazione”. A seconda del contesto, aufhebung può significare negazione (es.: l’esperienza del nirvana nega la realtà oggettiva), affermazione (l’esperienza della coscienza cosmica comprende in sé l’esistenza della pluralità delle coscienza individuali), oppure simultaneamente affermazione e negazione (la relatività di Einstein supera e comprende il principio gravitazionale di Newton; o, per fare un esempio collegato al testo da noi curato, la coscienza-forza sopramentale trascende e comprende in sé la realtà fenomenica). Tre sono dunque i possibili significati (anche sovrapposti): cancellare, conservare, elevare. Trattandosi di tre accezioni contenenti concetti che possono essere ritenuti opposti, il termine assume una certa complessità e va inteso nella sua portata cumulativa: le tre valenze non si contraddicono, in quanto assumono la loro giusta rilevanza in una progressione che occorre saper cogliere in ogni specifico periodo grammaticale.

In inglese, il termine sublation comparve nella letteratura del XIX sec., proprio in relazione ai testi di Hegel e alla necessità di trovare un equivalente del vocabolo tedesco aufhebung.

Il doppio senso contenuto nel vocabolo latino tollere (che la sagacia ciceroniana rese celebre — tollendum esse Octavium —: “Ottavio sia promosso”, oppure “sia rimosso”?) è più ristretto rispetto alla connotazione conferita al suo equivalente inglese, dato che il suo carattere affermativo equivale soltanto a un accrescimento dell’affermazione iniziale: un elemento è soppresso (nel senso di risolto), solo nella misura in cui è entrato in unità con il suo opposto.

“Superamento” è la traduzione che viene preferita fra gli studiosi del pensiero hegeliano come Enrico De Negri (nella sua traduzione della Fenomenologia), Benedetto Croce (per l'Enciclopedia), Arturo Moni e Claudio Cesa (per la Scienza della logica), Valerio Verra (per la Scienza della logica). Altre traduzioni sono “levamento” (Gianluca Garelli), “sublimazione” (Vincenzo Cicero). In inglese si ricorre a sublation. Aufheben in tedesco ha il triplo significato di «sollevare», «conservare, mantenere» e, al contempo, «metter fine, togliere»; “togliere” non significa semplicemente eliminare una determinazione in favore di un’altra, ma che una determinazione non viene pensata più nella sua indipendenza, assolutezza e immediatezza, poiché viene abbassata a momento di un intero.

In Hegel, il termine Aufhebung, proprio per la compresenza di significati opposti in un’unica parola, è assunto (come cennato) a designazione del principio base della dialettica, per indicare cioè una negazione che non sia però nullificazione o abolizione. Esso indica che la contraddizione dell’antitesi non viene eliminata nel momento della sintesi, bensì continua ad essere come negata, cioè “resta come tolta o superata” (aufgehoben, che in tedesco è il participio dello stesso verbo, che letteralmente significa per l’appunto “togliere”).

«Qualcosa è tolto» - scrive Hegel - «solo in quanto è entrato nella unità con il suo opposto. In questa più precisa determinazione di un che di riflesso, esso si può convenientemente chiamare momento».

Nella sua Scienza della logica, Hegel considera, ad esempio, i concetti di Essere e Nulla come entrambi preservati e modificati attraverso l'“Aufhebung“, per dar conto del concetto di Divenire. Similmente, le coppie i cui termini sono, da un lato “determinatezza” o “qualità”, dall'altro “vastità” o “quantità”, sono entrambi preservati e superati nel concetto di “misura”. Il risultato specifico dell’aufheben si manifesta nel fatto che quando delle determinazioni vengono ridotte a momenti di un’unità, esse perdono in parte quel significato che hanno nella loro reciproca indipendenza: così, ad es., essere e nulla nel divenire, assumono un nuovo significato, vale a dire quello di nascere e perire.

Mentre in Hegel la sublimazione esemplifica il movimento del Geist (comunemente tradotto come spirito), Karl Marx la identifica con la modalità di sviluppo delle condizioni materiali, che danno luogo a contraddizioni dialettiche tra le classi all’interno della società civile. Un esempio di Aufhebung è quello che si attua nella conflittualità tra proletariato e borghesia che trova nella società senza classi il superamento di entrambe. Il giornale marxista inglese Aufheben trae il suo nome proprio da questo concetto.

In definitiva, nella nostra traduzione di The Life Divine abbiamo cercato, volta per volta, di conferire al vocabolo inglese sublate il senso appropriato in ciascuna specifica occorrenza.